LA CISL FVG LANCIA IL PATTO LA PRODUTTIVITA’
La sfida della Cisl al Friuli Venezia Giulia parte da Magnano in Riviera, dall’annuale meeting d’autunno, giunto alla sua quarta edizione. Dinnanzi ad una platea di oltre 700 sindacalisti, tra quadri e delegati, la Cisl fa la sua proposta, rivolgendosi direttamente a imprenditori, politica e mondo del credito: costruire assieme un forte patto sulla produttività, perno di un nuovo modello di sviluppo per la regione. Un accordo subito richiamato anche dal Segretario generale Raffaele Bonanni che, a poche ore dall’incontro di stasera con il presidente del Consiglio Monti, si dice ottimista. “Sarebbe davvero strano – commenta – che le parti sociali si sottraessero alla possibilità di regolare bene le vicende della produttività, sapendo che la posta è il ripristino della detassazione dei premi, che il governo, grazie alle nostre pressioni, ha rimesso in pista”. Del resto l’idea del patto – supportata anche da un’analisi appositamente commissionata dalla Cisl Fvg a Tolomeo Studi e Ricerche (e disponibile sul sito cislfvg.it) si aggancia ad un altro caposaldo del Sindacato, ovvero fare in modo che l’industria ed il manifatturiero, in particolare, tornino al centro delle priorità, rappresentando la leva dello sviluppo. “Ma attenzione – ammonisce Bonanni – per garantire la crescita occorre mantenere viva l’attenzione sui territori, facendo in modo che tornino ad essere attrattivi, come accade in alcuni lander della vicina Carinzia, dove i governanti locali offrono una sorta di menù a chi vuole investire, vale a dire meno tasse e costi di servizio e buone infrastrutture”. Eppure – incalza nella sua relazione il segretario regionale della Cisl, Giovanni Fania – sono almeno trentanni che in Friuli Venezia Giulia non si fanno investimenti significativi con la conseguenza che, ad esempio, dipendiamo da Veneto e Slovenia per l’approvvigionamento energetico e molti progetti, a partire dal superporto di Monfalcone, sono sfumati causa indecisionismi o, ancor peggio, inutili campanilismi”. Tuttavia, la fiducia che la regione, così come pure il Paese, possano farcela resta un dato di fatto, tanto per il Sindacato, quanto per gli altri attori del sistema economico. Così per il presidente di CariFVg, Giuseppe Morandini, che rilancia il tema del “fare rete” e spinge sulle cose positive come, ad esempio, l’incidenza delle imprese che stanno usufruendo di risorse messe a disposizione dall’Istituto di credito per progetti di medio-lungo termine, o ancora – per riprendere le parole del presidente della Regione, Renzo Tondo – le ben 976 domande posizionate sulla legge 4 (e che presto troveranno risposta) ed i nuovi stabilimenti industriali di recente inaugurati. (vd Pasta Zara a Muggia). Certo – avverte il governatore, non nascondendo il suo scetticismo su Monti – il problema purtroppo ancora aperto è come rispondere a chi perde il lavoro”. La via, dunque, non può che essere quella di un piano di crescita di prospettiva costruito – per Bonanni, che invece continua a scommettere su Monti (meno, invece, sulla Fornero) – non solo su provvedimenti più incisivi, ad esempio sulla burocrazia e la riorganizzazione dei livelli istituzionali, ma anche con alleanze forti e indispensabili tra sindacato ed imprese. E, perché no, attraverso un apposito patto finalizzato a sperimentare nuove relazioni industriali fondate su democrazia partecipativa e contrattazione di II livello. Insomma dal Friuli Venezia Giulia sembra che i tempi siano maturi per una svolta di questa tipo e comunque per più forti sinergie, come espresso anche da Valerio Pontato e Graziano Tilatti, rispettivamente presidente Ance e Confartigianato. Ma anche per iniziare a ragionare in termini territoriali più ampi, a partire dalla vicina Slovenia per creare un mercato più attrattivo. Idea che proprio oggi incassa anche il via libera del segretario generale del sindacato sloveno KS90, Peter Majcen.
Materiali Meeting
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg