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LA CISL, IL CONSORZIO AGRARIO PRESENTI IL PIANO INDUSTRIALE

«Se il Consorzio agrario del Fvg ha un piano industriale o in alternativa di collaborazione o di filiera che possa coinvolgere le Latterie friulane lo presenti. Nelle sedi deputate. Vale a dire a un nuovo tavolo istituzionale con l’assessore regionale Sergio Bolzonello». Taglia la testa al toro la segretaria di Fai Cisl Fvg, Claudia Sacilotto. Dinnanzi all’eventualità di una possibile collaborazione tra Latterie friulane e il Consorzio agrario – dal primo gennaio detentore di 1000 quintali di latte in virtù della fusione con Aprolaca -, la sindacalista non si lascia prendere dall’ottimismo. Anzi, mette in guardia «tutti i soggetti interessati dal prospettare soluzioni tanto facili quanto indefinite, di dare l’idea che la risposta ai problemi sia a portata di mano, di illudere i dipendenti che certamente non vi saranno esuberi. Deve essere tenuta in giusta considerazione invece la già stressante situazione che stanno affrontando quotidianamente le lavoratrici e i lavoratori di Latterie friulane, i quali meritano verità e rispetto». Quanto all’idea di strutturare una filiera lattiero-casearia, obiettivo per il quale il Consorzio agrario ha acquisito Aprolaca e si dice pronto oggi al dialogo con le Latterie di Campoformido, Sacilotto ricorda che è figlia di Fai Cisl. «Nel gennaio 2013, quindi in tempi non sospetti, Fai aveva organizzato all’interno di Agriest un convegno dal titolo “Una filiera per il Friuli Venezia Giulia: utopia o necessità?” In quell’occasione, la dirigenza del Consorzio, che è poi l’attuale, forse non la pensava allo stesso modo tanto che, pur invitata come relatrice è stata l’unica che ha glissato l’invito». All’ipotesi di un asse Basiliano-Campoformido, Sacilotto risponde invece sollevando domande e richieste. Una su tutte: «Il Consorzio ha già predisposto un piano industriale e commerciale tale da garantire una remunerazione adeguata della materia prima?». In caso affermativo, Sacilotto suggerisce una sua presentazione a Bolzonello e assicura che «se invitata, Fai darà il suo contributo, disponibile a trovare tutte le intese possibili che rilancino il settore lattiero-caseario regionale e salvaguardino occupazione e reddito dei lavoratori dipendenti e degli allevatori». A oggi l’unico appuntamento in vista è però quello del 7 gennaio, giorno in cui si riunirà il Cda di Latterie friulane per valutare ancora una volta il da farsi. All’orizzonte, salvo l’apertura del Consorzio, restano una trattativa imbastita con Granarolo, l’ipotesi di chiusura per tre reparti e mobilità per 100 persone.