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LA CISL, IN ALTO FRIULI NOI SINDACATO LEADER

GEMONA La Cisl Alto Friuli è viva e vitale. I dati relativi agli iscritti resi noti dalla sigla sindacale parlano di ben 19 mila iscritti, di cui 5 mila 700 attivi e 13 mila 500 pensionati, che per il segretario generale del mandamento cislino, Franco Colautti, valgono la “palma” di primo sindacato del comprensorio. «Abbiamo recentemente ribadito la nostra appartenenza al comprensorio, rilanciando, con compattezza e determinazione, la nostra azione che è incentrata su alcuni punti cardine: lavoro, montagna, integrazione, riforme e famiglia», ricorda Colautti. Il suo intervento arriva all’indomani del passaggio di un ex cislino quale Saverio Scalera (già segretario di Fai Cisl Af) alla medesima categoria della Cgil. Non tanto per il “salto” tout court, ma per le dichiarazioni che hanno accompagnato la fuoriuscita di Scalera dalla Cisl, accusata, da quello che fu, 30 anni fa, uno dei fondatori del mandamento dell’Alto Friuli, di mancanza di pluralismo e confronto, specie a carico dei suoi dirigenti. Quelle dichiarazioni, più volte ribadite, spingono Colautti a rompere il silenzio mantenuto fin qui: «Se la Cisl non fosse stata un’organizzazione aperta e pluralista non avrebbe consentito (a Scalera) di passare in poco più che una decina d’anni dalla guida dei metalmeccanici, alla responsabilità del consorzio Femca-Fai, al patronato (con l’obiettivo di diventarne il responsabile territoriale), per poi tornare alla Fai e ancora al patronato». Riferendosi al recente passaggio di Scalera alla Csil, Colautti ripesca alcuni passaggi della relazione fatta da Scalera all’ultimo congresso di categoria, laddove, riporta Colautti, riferendosi alla Cgil dichiarava «non più una forza precipuamente, ossia di prima importanza, sindacale, ma un movimento politico di protesta e non di proposta». La Cgil sarebbe stata accusata da Scalera anche di “rigidità ideologica e interesse politico” ricorda ancora Colautti. «Le stesse accuse mosse ora alla Cisl dell’Alto Friuli – conclude il segretario -, che invece è sempre più forte dei suoi valori fondanti quali autonomia, associazionismo, partecipazione. Il resto è demagogia».