La Fim Cisl denuncia: stallo decisionale ed attuativo per Insiel
Stamani presentata a Trieste la situazione di incertezza in cui versa la spa
La categoria dei metalmeccanici lancia l’allarme per i 735 dipendenti: "Morale e motivazioni ai minimi"
Uno stallo decisionale ed attuattivo si sta pesantemente ripercuotendo sull’organizzazione del lavoro, mentre il morale e la motivazione dei 735 dipendenti di Insiel sono ormai ai minimi: la denuncia della situazione di incertezza che logora la spa regionale arriva senza mezzi termini dalla Fim Cisl del Friuli-Venezia Giulia.
"Ci troviamo di fronte ad una serie di criticità insostenibili" – spiegano i rappresentanti di categoria Anna Pelli, Umberto Salvaneschi e Fabio Kanidisek per la Fim Cisl di Trieste accanto a Sergio Drescig della Fim di Udine ed Alberto Monticco, segretario regionale – "determinate dalla confusione dei ruoli nei processi aziendali, dalla sovrapposizione delle attività e dalla carenza di risorse chiave, a voler tacere di quelle legate al rapporto con l’Amministrazione regionale derivanti anche dal mancato riconoscimento del ruolo di Insiel "in house", che di fatto ha peggiorato lo stato di asservimento dell’azienda alla committenza regionale e frenato l’operatività del Piano Industriale promesso e vincolato a strumenti legislativi non ancora definiti".
Sul fronte più strettamente sindacale, poi, l’azienda – rincarano per la Fim Cisl – è sempre più sorda alle richieste di incontro delle Rsu, disattendendo gli accordi sottoscritti e relativi al monitoraggio sullo stato di avanzamento di un Piano Industriale che non procede, malgrado le strategie a suo tempo approntate – parliamo del 2008 – per rilanciare e valorizzare Insiel spa sotto il segno dell’efficienza ed innovazione e nell’ottica di creare valore sul territorio regionale.
Niente Piano Industriale, dunque, ma nulla si sa – a detta della Fim – nemmeno della nuova legge regionale su Insiel spa (deliberata a dicembre scorso) che sarebbe dovuta servire a far crescere l’azienda, ad ampliare la compagine societaria ed a fare in modo che gli uffici dell’Amministrazione regionale e degli enti ad essa funzionali si avvalessero di Insiel per l’acquisizione di beni e servizi rientranti nel suo oggetto sociale. "Di questa legge – spiegano Pelli, Salvaneschi, Kanidisek, Drescig e Monticco, non si è avuta più notizia. Al pari non è stato definito nemmeno il nuovo Statuto societario, indispensabile per consentire ad Insiel di poter operare all’estero".
Uno stallo che però – sempre secondo il Sindacato – non lesina situazioni paradossali: da un lato, per esempio, lo stop delle carriere e dei riconoscimenti economici ai lavoratori e, dall’altro lato, la distribuzione ad aprile di premi per un totale di 1 milione di euro a circa 150 dipendenti delle più alte categorie (dirigenti, quadri, settimi livelli). "Cosa che succede ormai da 3 anni – commentano i sindacalisti della Fim – quando basterebbe che la Direzione si decidesse ad aprire una trattativa per l’istituzione del Premio di Risultato, previsto dal CCNL Metalmeccanici".
Quanto alla condizione specifica dei lavoratori, al netto dei dirigenti – comunque in progressiva diminuizione (dai 20 del 2006 ai 10 del 2009) – il "vero risparmio" si starebbe effettuando sulle fasce più basse, ferme restando le disparità di salario tra uomini e donne. In generale si è passati dagli 867 addetti del 2008 agli attuali 735 e si sono bloccate sia le promozioni che le assunzioni, rispettivamente 199 e 224 nel solo 2007.
Allo stesso modo – lamenta la Fim Cisl – il previsto piano di formazione – da un lato – non sarebbe stato attuato per la riqualificazione di alcune figure professionali e – dall’altro – non sarebbe stato utile al contenimento delle esternalizzazioni e dei relativi costi.
Altro capitolo doloroso, quello degli esuberi: quando si parlò di esuberi, nel 2008, ci si basava su un piano industriale che nel 2009 avrebbe avuto, secondo le previsioni, un conto economico pesantemente negativo. “Questo non è successo e quindi non ci sono esuberi”. Anche all’interno dell’area amministrativa, dove è stata segnalata una criticità occupazionale, sono presenti delle esternalizzazioni che non sarebbero quindi giustificabili.
“Si potrebbero utilizzare in modo diverso i risultati positivi di bilancio – sottolineano i sindacalisti della Fim – investendoli per assumere giovani piuttosto che restituirli, nella loro forma di utili alla Regione”.
Resta il futuro incerto dettato da una nuova legge regionale in fase di ultimazione, che porta la firma dell’assessore Garlatti e che, nelle intenzioni, dovrebbe ridefinire il ruolo di Insiel nel più ampio ambito della riorganizzazione del servizio informatico regionale.
"Un ruolo – commentano Pelli, Salvaneschi, Kanidisek, Drescig e Monticco – che ad oggi non è assolutamente chiaro così come non lo sono la nuova mission che si vorrebbe dare ad Insiel e le responsabilità relative: chiediamo un impegno serio alla proprietà Regione per cercare una soluzione stabile e a lungo termine, che dia prospettive industriali all’azienda ed occupazionali ai suoi lavoratori, mettendo fine a questo insostenibile clima di incertezza".
Trieste, 4 giugno 2010
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
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