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LA FORMAZIONE PER IL LAVORO CHE CAMBIA

Realizzato dal segretario generale Cisl Alto Friuli, Franco Colautti, con la collaborazione della Cisl Scuola – Donato Lamorte e Maurilio Venuti

Il passato quadriennio ha visto il sistema formativo regionale interessato da una serie di modifiche normative nazionali che hanno elevato il settore da una posizione marginale ad essere uno dei pilastri del sistema formativo professionalizzante in Friuli Venezia Giulia.
Infatti, le norme approvate dal governo Prodi e, successivamente, dal governo Berlusconi, hanno stabilito che l’obbligo formativo può essere assolto anche frequentando i corsi triennali regionali.
I successivi accordi in sede di Conferenza stato/regioni del 29 aprile 2010, e le successive intese, hanno regolamentato e reso strutturale il sistema di Istruzione e Formazione Professionale ( IeFP).
L’attività formativa in Friuli Venezia Giulia è organizzata con le modalità stabilite dalle linee guida della Regione ed attraverso l’erogazione dell’attività da parte di 12 Enti di formazione professionale del privato sociale, raggruppati in una associazione temporanea denominata Effe.pi, e di 22 istituti scolastici statali (IPS ed IT) in regime di sussidiarietà (concentrati maggiormente nelle province di Udine e Pordenone – rispettivamente con 10 e 8 istituti – seguite da Gorizia e Trieste – rispettivamente con 3 ed 1 istituti).
Le tipologie di percorsi formativi sono 4:
1. A (prime e seconde annualità) – 1.000 ore – iscritti presso Enti di formazione professionale accreditati
2. A1 (terze annualità) – 1.200 ore – attivati da Enti di formazione accreditati, integrati da una o più istituzioni scolastiche – iscritti presso Enti di formazione professionale accreditati
3. B (terze annualità) – 1.200 ore – attivati presso un IPS o un IT, integrato da un Ente di formazione professionale – iscritti presso un Istituto scolastico
4. S (prime annualità) – attivati dagli IPS in regime di sussidiarietà
Nell’anno formativo 2011/12 gli allievi frequentanti i corsi triennali regionali ammontano a complessivi 4.260 studenti (50% nella Provincia di Udine – 2.108 allievi; 23% a Pordenone – 974 allievi; 22% a Trieste – 947 allievi e 5% a Gorizia – 231 allievi) per 295 classi (100 prime; 81 seconde; 93 terze – 244 negli Enti del privato sociale – delle quali il 31% gestite dallo IALFVG – e 51 negli enti statali).
Per quanto riguarda il genere, 2.507 sono maschi (il 59%) e 1.753 femmine (il 41%).
La classe di età più numerosa nei percorsi A ed A1 è quella dei sedicenni (il 27%) seguita da quella dei diciassettenni (il 22%). Significativa anche la presenza di maggiorenni (il 19%).
Gli allievi stranieri rappresentano il 23% degli iscritti sia ai percorsi A ed A1 (827 su 3.558) che al percorso S (68 su 290).
Nei percorsi A ed A1 gli allievi provengono da 57 Stati diversi anche se il 38% di essi appartengono a tre soli Stati: 113 dall’Albania; 102 dalla Serbia; 100 dalla Romania. Il 44% è iscritto allo IALFVG.
Il numero di corsi complessivamente avviato per ciascuna Provincia vede il 47% concentrato a Udine; il 24% a Trieste; il 23% a Pordenone ed il 6% a Gorizia.
Le principali aree professionali di riferimento sono l’Acconciatura ed estetica; l’Alberghiera e ristorazione; la Meccanica e l’Impiantistica e rappresentano il 76% degli interventi realizzati.
Sempre nei percorsi A ed A, l’esito dei percorsi formativi vede un 79% di allievi promossi (2.828 su 3.558). Gli allievi ritirati rappresentano il 5% che, sommati ai bocciati, portano al 20% gli insuccessi formativi del sistema.
Seppur positivo lo sviluppo della Formazione professionale, dobbiamo segnalare che la non felice situazione economica regionale ha un preoccupante peso sul sistema formativo.
Gli enti associati in Effepi gestiscono in convenzione con la regione i corsi triennali formativi regionali.
Tale convenzione, rinnovata nel 2012, ha portato un taglio di finanziamenti pari a 6 milioni di euro,riducendoli da 25 milioni a 19 milioni di euro.
Il taglio effettuato dalla regione, pur non compromettendo la qualità e l’erogazione del servizio, ha avuto la conseguenza di mettere a disposizione minori risorse per l’assistenza, nella fattispecie meno tutele per gli studenti disabili.Situazioni denunciate ma che a tutt’oggi non hanno trovato una soddisfacente soluzione.
Con il calare delle risorse, e con la alta fragilità strutturale di un numero non tanto esiguo di enti appartenenti all’IeFP regionale, si rischia il loro fallimento (vedi Asseform),provocando gravi conseguenze al settore.
Infatti la congiuntura che vede: la fine del settennio di programmazione dei fondi europei; il calo delle risorse e la mancata definizione di quelle per l’anno scolastico 2013/2104, mettono il sistema in una fibrillazione fortissima.
Inoltre, segnaliamo che nel prossimo semestre andremo incontro ad una diminuzione generalizzata di attività da parte degli enti formativi e si prevede una grave assenza di attività per i primi mesi del 2014.
Siamo quindi preoccupati anche per la tenuta dei livelli occupazionali (già oggi, in un ente di formazione,117 dipendenti sono in parziale cassa integrazione per la durata di tre mesi) ed auspichiamo che la Regione si faccia carico del problema che riguarda oltre 850 dipendenti dichiarati nel sistema.
Siamo consapevoli delle difficoltà finanziarie nelle quali si trova la Regione, ma crediamo che per rilanciare l’economia e la crescita, si debba investire nel sistema di istruzione e formazione professionale, perché solo investendo nella formazione possiamo sperare di dare un futuro migliore ai nostri giovani e contemporaneamente ridurre la percentuale di abbandono scolastico.
L’obbligo scolastico è sacrosanto, ma non si possono incatenare i ragazzi ai banchi della scuola statale.
Occorre che il sistema formativo continui a mantenere questi due canali che, lavorando in simbiosi e sulle offerte formative professionalizzanti,possono creare quella ricchezza necessaria per garantire le professionalità che il sistema lavororichiede.
Come criticità della formazione professionale, segnaliamo i tempi lunghi di erogazione delle risorse economiche da parte della regione;fattore che causa disavanzi economici di cassa agli enti, costringendoli arivolgersi al credito bancario sopportandone i conseguenti, rilevanti, oneri finanziari, tra l’altro non rendicontabili. Situazione paradossale per enti senza scopo di lucro che operano, per così dire, su commissione del pubblico.
La CISL, attraverso la Categoria della Scuola, ha sempre rivendicato come l’acquisizione di un minimo capitale formativo personale sia un obiettivo primario, raggiungibile solo attraverso l’utilizzo di una pluralità di sistemi di formazione.
E’ ormai assodato e certificato dai diversi istituti di valutazione e statistica, che, dove i corsi triennali a competenza regionale sono stati soppressi a favore di un unico soggetto formativo come quello pubblico, la dispersione scolastica non è stata debellata ma bensì si è incrementata, specialmente riguardo l’utenza extracomunitaria.
Riteniamo quindi necessario che la Regione si doti di una nuova governance, con l’obiettivo di creare un sistema di formazione regionale sempre meno autoreferenziale e sempre più proteso verso le politiche attive del lavoro; finalizzato al supporto dell’apparato produttivo e contribuendo così alla sua crescita in una economia internazionalizzata e globalizzata.
Di pari passo la realizzazione di interventi di riqualificazione e di aggiornamento per gli operatori della Formazione Professionale, che partano dall’analisi del funzionamento di questi sistemi a livello territoriale, dal posizionamento, dalle scelte di strategia organizzativa delle agenzie formative, sino ad arrivare alla individuazione dei fabbisogni professionali e le competenze degli Enti.
Se questo obiettivo, non potrà essere realizzato, a nostro parere il settore regionale della Formazione Professionale, per alcune sue debolezze strutturali e, non di secondo piano, anche economiche, potrebbe rischiaremolto con la conseguenzadi disperdere quel patrimonio del sapere professionale che tanto ha dato a questa regione.
Per eliminare questo rischio, occorre costruire un sistema regionale di istruzione e formazione professionale che si collochi a livelli di eccellenza all’interno non solo italiano ma dei paesi dell’Unione Europea.