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LA SPECIALITA’ VERA LEVA DI SVILUPPO.

Intervento di fondo del Segretario Generale, Giovanni Fania, pubblicato su Il Messaggero Veneto

Che la vocazione industriale del Friuli Venezia Giulia sia quella manifatturiera è un dato storicamente accertato; tuttavia, oggi – che, complice la crisi ancora in atto, una nuova storia si sta costruendo – il tema vero su cui la nostra attenzione andrebbe posta è quale futuro ci attende. Ovvero, fermo che continuiamo a credere che il nostro modello sia appunto quello legato alla cosiddetta economia reale, come sostenerla, con quali servizi e, soprattutto, motivazioni.

E sono diverse le domande a cui, specialmente la politica dovrebbe rispondere. Una, però, su tutte: come essere più competitivi. Forse in questi anni si è abusato troppo dei termini “innovazione” e “competitività”, tanto da svuotarli di significato; ma oggi torna urgente dargli corpo, al di là dei facili proclami, spesso propagandistici.

Insomma, essere davvero competitivi diventa necessario. Lo è di fronte ad un’occupazione in forte e costante calo (in Friuli Venezia Giulia parliamo di 20mila persone in mobilità e 40mila in cassa integrazione); lo è dinnanzi ai giovani che non trovano sbocchi stabili (e stabilizzanti) e rispetto ai quali non incoraggia di certo il piccolo recupero enfatizzato a livello regionale e malamente influenzato dai lavori spot della stagione estiva.

Per essere nuovamente all’altezza delle sfide mondiali che ci attendono, il Friuli Venezia Giulia ha dalla sua uno strumento eccezionale, vale a dire la specialità. Un vantaggio che, prima della crisi, ci ha permesso di conquistare ricchezza e la posizione di regione virtuosa, basti pensare alla disoccupazione che fino al 2008 sfiorava appena il 3,5%. Oggi la stagione felice è finita, abbiamo perso il 6% di Pil e un gettito pari a 1 miliardo.

E’ ora, dunque, che bisogna domandarsi come utilizzare al meglio la specialità, che altrimenti rischia di diventare una scatola vuota e inutile. Come Cisl pensiamo che la politica, anziché perdersi in sterili polemiche pre-elettorali e chiacchiere, farebbe bene ad immaginare nuovi contenuti per l’autonomia, calandola nella realtà attuale. Per troppo tempo ci si è adagiati sulla specialità compartecipativa, che ci vedeva crescere ed arricchire, credendo che questo trend sarebbe destinato a durare. Così non è stato.

La politica, tutta, oltre che utilizzare questo strumento per difendere dinnanzi al governo le conquiste del Friuli Venezia Giulia, dovrebbe immaginare la specialità con significati e ruoli più attuali, facendola diventare leva di un nuovo sviluppo, pensata per le generazioni a venire. Altrimenti non avrà più ragione d’essere. E’, infatti, impensabile continuare ad usare questo strumento come se in cinquant’anni di autonomismo del Friuli Venezia Giulia nulla fosse cambiato e senza avere la capacità di ri-disegnare questa regione con progetti di crescita a medio lungo-termine.

Se i devastanti impatti della crisi sono stati gestiti sufficientemente bene, oggi, che sarebbe necessario uno sforzo di immaginazione, la politica resta sospesa tra il passato ed un futuro non ancora individuato, spesso a caccia di alibi per giustificare il non fare.

Per quanto ci riguarda, noi vorremmo una specialità più inclusiva, più moderna, capace di dare chance vere ai giovani, ma anche di sostenere, senza imbrigli burocratici e ritardi, le imprese, oggi sempre più orientate verso l’esterno (il caso Danieli docet) e poco aiutate da istituti come Friulia e Mediocredito, troppo dipendenti dalle scelte politiche, anziché dalle opportunità imprenditoriali.

Vorremmo una specialità responsabile, che attinga ai valori fondanti del Friuli Venezia Giulia – la sobrietà, il fare, la determinazione – e li traduca nell’oggi; una specialità incentrata sulla conquista del lavoro, che va riguadagnato e incentivato anche tagliando i costi inutili e gli sprechi (non ci dimentichiamo quelli della politica!), rivedendo il sistema fiscale e quello del credito e del suo accesso.

Possibilità, queste ultime, nelle mani della politica, che dovrebbe iniziare a guardare più lontano.