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L’allarme Cisl: l’aumento del ticket favorisce le strutture private

La Cisl già in occasione dell’approvazione da parte del Parlamento della manovra economica di luglio aveva espresso una valutazione fortemente negativa e un giudizio di profonda iniquità della manovra stessa che avrebbe ancora una volta colpito prevalentemente se non esclusivamente lavoratori dipendenti e pensionati. «Il giudizio negativo – rimarca oggi il sindcato guidata di Arturo Pellizzon – riguardava anche l’aumento di 10 euro dei ticket sanitari da un lato ed in via di principio perché fortemente limitativo dell’autonomia della Regione. La preoccupazione sui ticket stanno dimostrandosi purtroppo fondate: nel solo ospedale di Pordenone i maggiori introiti derivanti dall’aumento del ticket si aggirano attorno ai 150 mila euro al mese, pari a una proiezione di circa 1 milione 800 mila euro all’anno che escono prevalentemente dalle esauste tasche di pensionati e lavoratori già tartassati dai recenti incrementi di bollette e dell’Iva». Ma la Cisl sottolinea: «Tra l’altro queste maggiori entrate non vanno a beneficio della sanità pordenonese, ma confluiscono in un non meglio precisato fondo regionale del cui utilizzo non sono ancora chiari i criteri. Sarebbe utile verificare anche se sono aumentate le richieste di esami fatte nel privato a scapito della sanità pubblica». La Cisl ritiene non automaticamente dovuto l’aumento dei ticket. «La Regione Veneto, ad esempio, ha sospeso l’applicazione del provvedimento». La Cisl e la categoria dei pensionati sottoporranno ai loro rispettivi organismi regionali la questione dell’aumento dei ticket e chiederanno con forza un incontro con l’assessore Kosic al fine di «ripristinare condizioni economicamente meno gravose per i cittadini e meno punitive per la sanità pubblica a tutto beneficio di quella privata».