L’IDENTIKIT DEI FRIULANI STUDIOSI E AMANTI DEGLI ANTICHI MESTIERI
«A cosa serve la formazione? Lo mostreremo. Per farlo abbiamo scelto le piazze della nostra regione, luoghi di passaggio, di socialità, luoghi dove la comunità potrà toccare con mano quello che i ragazzi protagonisti di percorsi di istruzione e formazione professionale sanno fare». Così l’assessore regionale Loredana Panariti ha inaugurato a Udine l’anno della formazione 2016, istituito dalla Regione per valorizzare l’importante realtà della formazione e istruzione professionale. Strumento che nel corso degli ultimi anni si è dimostrato strategico per fronteggiare la deriva della dispersione scolastica. Ciò grazie a un articolato sistema che in regione può contare su 13 enti di formazione professionale (Effepi) e 7 istituti di istruzione superiore che nell’attuale anno scolastico contano su ben 4 mila 800 studenti, oltre mille e 200 in più rispetto al 2011/12. Segno tangibile dell’attrattività che si sono saputi conquistare i percorsi di formazione professionale, complice anche la crisi economica che ha rinverdito le “vecchie” professioni. Dei 997 allievi che si sono qualificati nell’anno formativo 2013/14, il 34% ha infatti ottenuto la qualifica nell’area professionale della meccanica, dell’impiantistica e delle costruzioni, il 25% quella di sport e turismo, il 22% dei servizi alla persona, l’8% del settore agroalimentare, il 6% dei servizi commerciali e infine il 5% di cultura, informazione e tecnologie informatiche. «Il Fvg, con la Provincia di Trento, è la Regione che vanta la percentuale più bassa di dispersione scolastica», ha detto ieri Panariti confermando l’intenzione d’investire ancora in formazione professionale poiché «risponde alle esigenze delle persone e del mondo del lavoro». Lavoro che, come vuole lo slogan scelto per battezzare la serie di 5 eventi che costelleranno il 2016 – anno della formazione, “vale oro” e sempre più spesso passa dalle “mani”. La formazione professionale lo sa e, al di là del pregiudizio culturale che ancora esiste «offre ai nostri ragazzi occasioni importanti», ha aggiunto l’assessore forte delle statistiche. «A un anno dalla qualifica, il 52,5% dei ragazzi ha avuto esperienze di lavoro non sporadiche, il 9,3% sporadiche, il 15,7% ha proseguito gli studi in istituti di scuola secondaria, l’8,6% ha avuto esperienze di tirocinio lavorativo. Significa che ben l’86,1% ha avuto un’esperienza di lavoro o ha continuato gli studi, a dimostrazione dell’efficacia del percorso scelto nell’ambito della formazione professionale». Sistema che in Fvg può contare su 30 sedi didattiche, 279 aule e altrettanti laboratori (254). Su 28 diverse qualifiche professionali e 8 diplomi. Dal punto di vista dell’attività didattica, la pratica è pari alla teoria: fatto 100 il tempo, 45 è la parte che gli studenti dedicano alla prima con ben 500 ore in azienda nell’arco del triennio. Risultato? Nel 2014, il 67,7% dei ragazzi usciti con qualifica hanno trovato un’occupazione in coerenza con il proprio settore, il 61,8% a stretto giro, entro un anno dal termine degli studi.