L’obiettivo deve essere far ripartire gli investimenti di ROBERTO MURADORE, Segretario Generale Cisl Udine
dibattito
Ancorare al territorio un’economia, altrimenti volatile e incurante delle comunità e dell’ambiente poichè lontana dalle dinamiche e degli assetti locali
Pur a fronte di una ripresa, peraltro assai contenuta, in Friuli la situazione del lavoro peggiorerà e la disoccupazione aumenterà al 6,4 per cento nel 2011 e al 6,8 per cento nel 2012 (era il 3,3 nel 2007). La condizione delle imprese locali ha, grossomodo, toccato il fondo e urge che quelle che hanno superato l’ultima crudele selezione della crisi (selezione più malthusiana che darwiniana) passino dalla mera sopravvivenza al consolidamento e al rilancio mediante quegli investimenti sul prodotto, sul processo, sul marketing, sulle aggregazioni che, invece, sono crollati verticalmente. L’obiettivo, allora, è far ripartire gli investimenti affinchè il nostro sistema produttivo, decisamente vocato all’export, sia più competitivo e regga le sfide globali. Facilitare, incoraggiare, agevolare e attrarre investimenti principalmente nel manifatturiero è un obbligo per le autorità pubbliche in quanto è dal mondo della produzione che deriva quella ricchezza che, se ben redistribuita e utilizzata, consente il benessere e la coesione della nostra comunità. E affinchè le aziende riprendano a crederci, a scommettere e quindi a investire è necessario ci sia un efficiente sistema di credito a medio e lungo termine. Va chiusa l’esperienza di Friulia Holding per farne una Agenzia di Sviluppo industriale a supporto e servizio delle imprese sia per risanare situazioni difficili ma recuperabili e sia per poter cogliere nuove opportunità di crescita. Una Friulia che sia insieme operativa e pensante e sappia valutare e anche predisporre veri e propri piani di impresa e trovare partner industriali o di capitale alle imprese che debbono ristrutturarsi. Per quanto concerne Mediocredito del Friuli Venezia Giulia è opportuno che concentri il suo impegno nel solo Friuli Venezia Giulia in quanto attualmente gli impieghi sono per quasi il 50% extraregione e che rinnovi il suo sostegno alle imprese locali mediante il coinvolgimento dell’insieme del sistema bancario, a partire dal mondo del Credito Cooperativo, ritrovando e rinnovando la propria mission. Il destino delle piccole e medie imprese nostrane, le prime assai numerose le seconde ancora non sufficientemente presenti, è profondamente legato al territorio anche se, ovviamente, la dimensione globale del mercato necessita di una loro maggiore internazionalizzazione e cioè di un pensiero e di un’azione “glocali”. Per ancorare l’economia reale alla dimensione locale, benchè in una prospettiva aperta, è determinante il ruolo del credito tutto, e in particolare di quello più vicino e prossimo alle Pmi. Ed è proprio per questi motivi che il Credito Cooperativo deve svolgere un ruolo importante. In definitiva, un ruolo forte della politica (industriale) anche perchè parecchie imprese hanno esaurito le loro energie per far fronte alla drammatica crisi di questi ultimi anni e ora abbisognano di un’adeguata offerta istituzionale e di un contesto, di un sistema/territorio facilitatore e non ostacolatore, se non addirittura ostile. Una burocrazia rigorosa, ma snella e veloce, la realizzazione di infrastrutture quali per esempio il Superporto, infrastrutture quali la banda larga, una università e una ricerca il cui lavoro ricada e si trasferisca al territorio non restino parole e pronunciamenti teorici, ma diventino fatti concreti. E’ nel territorio, infatti, che tutto questo si può realizzare per riterritorializzare un’economia, altrimenti volatile e incurante delle comunità e dell’ambiente poichè lontana dalle dinamiche e degli assetti sociali e istituzionali locali.