Lavoro, acqua e Tav: la Bassa in piazza
In migliaia alla manifestazione del Primo maggio a Cervignano. L’allarme dei sindacati: la crisi non è ancora finita
CERVIGNANO. Migliaia di persone, da tutta la Bassa friulana ma non solo, hanno preso parte alla manifestazione organizzata in piazza Indipendenza in occasione della Festa del Lavoro. Tanti i trattori scesi in piazza, ventinove in tutto, e tante le bandiere italiane, un tributo al centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Un evento all’insegna della coesione sociale e della preoccupazione per la grave crisi economica che ha investito il territorio. In primo piano, anche la disoccupazione giovanile. Questi i temi principali della Festa del Primo Maggio, condivisa da numerose amministrazioni comunali della Bassa friulana, dai sindacati (Cgil, Cisl, Uil e Cia) e dalle associazioni di categoria. Centinaia i rappresentanti dei comitati che hanno partecipato al corteo, aperto dai trattori e partito da via Garibaldi. Una quindicina i sindaci che hanno sfilato per le vie del centro. «La crisi non è passata e crea ancora problemi sociali ed economici pesantissimi – ha detto Ferdinando Ceschia, in rappresentanza dei sindacati – La ricetta facile per uscire da questa situazione non c’è ma uno degli ingredienti fondamentali è che il popolo friulano ricordi di essere stato unito». Il sindaco di Cervignano ha ricordato che la Festa del Primo maggio è nata come rivendicazione dei diritti dei salariati, del mondo agricolo, dei mezzadri e dei lavoratori della terra. «Il momento che stiamo attraversando – ha affermato – è difficile non soltanto dal punto di vista economico ma anche etico e morale. L’emergenza economica e sociale denunciata dalle statistiche sulla disoccupazione e precarietà giovanile ci indicano che il percorso di modernizzazione deve investire sul futuro anche dal punto di vista generazionale». Franco Clementin, in rappresentanza della Cia, ha sottolineato invece che gli agricoltori sono i protagonisti del territorio. «Sentiamo la responsabilità di offrire ai cittadini prodotti sani e genuini – ha spiegato – Chiediamo più attenzione per il nostro territorio e meno burocrazia che soffoca l’agricoltura, a partire dalla direttiva nitrati». Oltre al sindaco e al rappresentante della Cia ha preso la parola anche Enrico Panini, segretario nazionale Cgil, che ha parlato anche a nome di Cisl e Uil e che ha dedicato la manifestazione ai morti sul lavoro, alle donne e ai giovani. «Nel nostro Paese c’è troppa disoccupazione – ha dichiarato – ci vogliono più investimenti nella ricerca, nello sviluppo economico, nella sicurezza e nella scuola pubblica. Per noi l’articolo 1 della Costituzione non è soltanto un pezzo di carta, è la sostanza dell’unità e la moralità del nostro Paese. Cgil, Cisl e Uil considerano grave che ad alcuni lavoratori del commercio venga impedito di festeggiare la giornata dedicata al lavoro tenendo aperti gli esercizi commerciali». Panini ha ricordato che oggi 2 milioni di persone sono ufficialmente disoccupate mentre un milione e mezzo di lavoratori non cercano nemmeno un’occupazione perché non hanno fiducia nel futuro. A scendere in campo in difesa dei lavoratori è stato anche il segretario regionale dell’Anpi, Luciano Rapotez. Successo di pubblico per l’esibizione della banda mandamentale di Cervignano e per il concerto del gruppo vicentino "Gli idraulici del suono", organizzato, nell’ambito di "Musica ribelle", dal circolo Arci Sandro Pertini. Particolarmente apprezzato anche il mercatino dell’usato allestito dalla Pro Loco di Cervignano in via Marcuzzi e in piazza San Girolamo.
Elisa Michellut