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Le scuole di montagna condizionate dall’eccessivo turn over degli insegnanti

di Daniele Deotto
Segretario Generale Cisl Alto Friuli

Gemona, 28-3-2007

La clamorosa, ma giustificatissima, forma di protesta messa in atto nell’Istituto comprensivo di Paularo ha il merito di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica un grave problema che penalizza duramente molte scuole di montagna. L’abnorme turnover degli insegnanti. Cambiare ogni anno gran parte degli insegnanti, o peggio più insegnanti della stessa materia nel corso dell’anno, significa compromettere gravemente il percorso formativo dei ragazzi nel periodo forse più delicato della loro crescita.

Infatti, è nel triennio della scuola media che i ragazzi iniziano a dotarsi di autonomia di giudizio e scelgono l’indirizzo di studi superiori. L’eventuale danno subito in questi anni si ripercuoterà per tutta la vita, con riflessi a carico sia della famiglia natale, sia di quella che si formeranno da adulti.

Il rilancio dello sviluppo della montagna, un tasto sul quale la Cisl insiste da anni, non può prescindere dall’assicurare ad ogni ragazzo che vive in montagna le stesse opportunità offerte a chi vive in pianura o in città. La vita in montagna comporta alcuni disagi inevitabili, che peraltro i residenti pagano di buon grado, ma i diritti fondamentali debbono essere salvaguardati e il diritto all’istruzione è tra questi.

È giusto parlare di servizi, industria e sviluppo, ma se lasciassimo franare la scuola tutto rischierebbe di essere vano. Stabilizzare le cattedre nelle scuole di montagna è un’esigenza improrogabile, ne va della qualità dell’apprendimento di migliaia di alunni. Per raggiungere questo obiettivo si deve agire da un lato incentivando economicamente gli insegnanti delle scuole maggiormente disagiate (altre regioni lo fanno da tempo) e dall’altro introdurre la possibilità di incarichi pluriennali.

Alla comunità di Paularo va il pieno sostegno della Cisl dell’Alto Friuli