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Legge regionale sul commercio e aperture dei negozi la domenica, il Consiglio generale della FISASCAT-CISL di Udine approva un documento

Ordine del giorno direttivo FISASCAT CISL  

La legge regionale sul commercio e la conseguente discussione sulle aperture dei negozi la domenica, è ritornata prepotentemente al centro dell’ interesse dell’opinione pubblica in seguito al ricorso al TAR da parte del Citta Fiera di Martignacco.
La bocciatura del ricorso da parte dei giudici del TAR comunque non risolve i problemi che abbiamo in regione riguardo alle aperture domenicali dei negozi, anzi, dimostra una volta di più che tale normativa si presta ad interpretazioni e letture diverse da quanto voluto dal legislatore.
Attualmente, la norma non consente una gestione uniforme delle aperture sul territorio regionale, creando disparità e concorrenza sleale tra chi può tenere sempre aperti i negozi e chi deve sottostare a regole e divieti.  
La Fisascat Cisl, ritiene che questa situazione richiede una maggiore attenzione soprattutto da parte dei rappresentanti politici regionali, per fare in modo che le auspicate modifiche alla legge portino a regole chiare e semplici per tutti gli operatori del settore.
Come Fisascat ribadiamo che le attuali 29 domeniche di apertura sono più che sufficienti per dare risposte alle esigenze dei commercianti, dei lavoratori e dei consumatori, essendo questa intesa frutto di un accordo di mediazione che ha tenuto conto delle diverse posizioni in campo.
Una eventuale modifica che vede aumentare il numero delle domeniche ed il riconoscimento di città e/o territori turistici rimetterebbe in discussione l’intero impianto della legge, con conseguenze disastrose già sperimentate nel passato che hanno portato alla liberalizzazione selvaggia, che non ha procurato vantaggi per nessuno. 
Pertanto ribadiamo le nostre proposte per una modifica della legge regionale che si basano su tre punti semplici:

    1. stabilire un calendario ad inizio anno uguale nel numero (20/25 domeniche) per tutto il territorio regionale, dando la possibilità ulteriore ai singoli comuni di organizzare un numero (3/4 domeniche) di aperture in occasione di feste, fiere e manifestazioni locali, previo accordo con le organizzazioni sindacali territoriali.
    2. abolire tutte le deroghe  per i negozi sotto i 400 mq, come pure per i negozi ubicati nei centri storici.
    3. prorogare la moratoria riguardo alle nuove aperture di centri commerciali.

La politica tutta dovrebbe chiedersi perché in Friuli Venezia Giulia l’offerta commerciale supera di molto la richiesta, il moltiplicarsi dei centri commerciali ha già creato notevoli squilibri territoriali, inoltre stiamo registrando una forte diminuzione del commercio al dettaglio nei centri urbani, con gravi disagi soprattutto per i cittadini/consumatori anziani. 
Infine, gli argomenti che alcuni portano a sostegno della modifica della legge sul commercio ampliando le giornate di apertura, è legato alla presunta concorrenza con gli stati confinanti Austria e Slovenia, argomento questo che non regge, in quanto chi va a fare spesa oltre confine lo fa esclusivamente per motivi di prezzo e non certamente per le aperture domenicali.
Alla luce di quanto è successo nei giorni scorsi con la sentenza del TAR, e per le considerazioni sopra esposte, sarebbe auspicabile che il sindacato unitariamente riesca a produrre una proposta da concertare con le associazioni dei commercianti e dei consumatori ed insieme presentarle e discuterle con i rappresentanti politici regionali di maggioranza e di opposizione per trovare le soluzioni che portino benefici e benessere a tutti i cittadini/consumatori del Friuli Venezia Giulia.