LEGGE SUI FESTIVI, FRONTE DIVISO
Da Il Messaggero Veneto Non è compatto il fronte friul-giuliano a difesa della legge per chiudere i negozi nelle dieci principali festività, religiose o civili, dell’anno. E un distinguo importante, infatti, viene proprio da un parlamentare, il deputato udinese Paolo Coppola. «Francamente mi sembra una battaglia di retroguardia – dice – che si doveva fare 15 anni fa quando la questione era agli albori, non certo oggi. Capisco naturalmente le motivazioni di chi lavora alla cassa di un supermercato o in un reparto di un grande magazzino, di chi vuole trascorrere una domenica con la propria famiglia. Sono richieste legittime, ma come la mettiamo con la concorrenza dei negozi su Internet che non hanno nè sabati, nè domeniche? Qui mi sa che bisogna preoccuparsi di difendere i posti di lavoro. Anche gli italiani fanno sempre più acquisti on line, sono ormai il 18 per cento e sono in aumento. Se non trovano il supermercato aperto la domenica, si sposteranno su Internet e magari si faranno portare la spesa a domicilio. Le imprese, soprattutto le piccole, che hanno la vendita su Internet invece sono solo il 7% del totale: ecco che già tanti consumatori si rivolgono a catene straniere per gli acquisti. Questo credo sia il problema dell’oggi e di domani. E’ in ballo una bella fetta di occupazione». Confcommercio e sindacati invece stanno dalla parte della Regione che punta a smuovere la discussione, vale a dire l’approvazione in Parlamento di una legge nazionale che regoli il settore. Il presidente regionale di Confcommercio Alberto Marchiori rivolto al legislatore regionale, attende di valutare le annunciate riforme del commercio e del turismo: «In particolare aspettiamo la conferma delle dichiarazioni del vicepresidente Bolzonello su una riduzione delle aperture domenicali, in segno di rispetto per le festività tradizionali e per il legittimo diritto al riposo di datori di lavoro e collaboratori. Non c’è dubbio poi che, dal punto di vista dell’imprenditore, la notizia migliore d’inizio anno sarebbe una doppia lungimirante attenzione di governo e Parlamento verso la riduzione della pressione fiscale e la semplificazione della burocrazia, questioni che rimangono purtroppo irrisolte e che continuano a mettere in ginocchio migliaia di aziende». Il segretario della Cgil Franco Belci è categorico. «Apprezziamo l’intenzione della giunta regionale – osserva – di portare in Consiglio un Ddl che renda obbligatorie le chiusure dei negozi e dei centri commerciali in Regione per le principali festività religiose e laiche. E’ quanto la Cgil, assieme ad altre associazioni e forze politiche, chiede da tempo a livello nazionale e regionale, ma il Parlamento temporeggia ancora su un testo che ha un andamento carsico per imprecisati motivi. Fa bene perciò l’assessore Bolzonello, pur nella consapevolezza della difficoltà di far digerire al Governo la norma, a creare un “caso” che obblighi forze politiche nazionali e locali a rendere esplicite le proprie scelte e ad accelerare l’iter del provvedimento. Il governo peraltro non potrà trincerarsi soltanto dietro all’eccesso di competenza legislativa della Regione. Ci auguriamo che anche la presidente sostenga con forza a Roma, la necessità di questa disciplina. E’ fin troppo evidente che le aperture a oltranza non hanno aiutato a contenere gli effetti della crisi, ma hanno semplicemente portato a ridurre salari e diritti di lavoratrici e lavoratori». Sulla stessa lunghezza d’onda pure il segretario generale della Cisl Giovanni Fania. «Sono più che d’accordo con la Regione – afferma -, è tanto tempo che ci battiamo e questo è un momento delicato per la categoria, con gli scioperi e le agitazioni per il rinnovo del contratto della grande distribuzione. Si è visto che aumentando le aperture festive, non sono di pari passo lievitati i consumi, anzi siamo molto lontani da questo obiettivo. Se la gente non ha soldi in tasca, non spende e di conseguenza i consumi latitano: puoi tenere aperto anche a mezzanotte che non serve a nulla. Queste aperture selvagge alimentano solo il disagio sociale e impediscono il riposo domenicale a migliaia di famiglie. Fa bene la presidente Serracchiani a sostenere questa vertenza: se Roma si oppone mette in discussione la nostra autonomia».