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LETTERA APERTA SU WARTSILA TRIESTE

L’appello del segretario generale della Cisl Fvg, Alberto Monticco: “Affrontare lo scenario globale con serenità, azioni di sistema e la collaborazione di tutti. Solo così Wartsila Trieste si salverà”.

Ho letto con molto interesse del possibile scenario riorganizzativo della Wartsila: una situazione non nuova per il Gruppo e che, proprio per questa ragione, va affrontata con serenità ed azioni di sistema.

Va puntualizzato che lo scenario (preferisco non usare la parola crisi) è globale: non è, quindi, riconducibile specificatamente al sito di Trieste che anzi, proprio lo scorso anno, ha colto delle performance produttive ed innovative notevoli.

Questi risultati vanno ricordati e valorizzati perché è il sistema locale che ha consentito a Wartsila Italia di vincere tutte le sfide che, dal 1996 ad oggi, si sono di volta in volta presentate.

Un sistema locale vincente: le istituzioni che, indipendentemente dall’appartenenza politica, hanno sostenuto le varie fasi di vita dell’azienda (non ultimo il progetto sul motore ibrido); il territorio che ha capito l’importanza e la strategicità del sito produttivo; i cosiddetti “corpi intermedi”, intesi come parti datoriali e sindacali, che hanno caratterizzato decine di trattative sempre con la volontà del fare e la responsabilità del decidere; un gruppo dirigente che ha voluto scommettere non solo sulla continuità produttiva della fabbrica ma sull’importanza e la strategicità che il sito avrebbe potuto avere all’interno del Gruppo. E soprattutto le maestranze che hanno avuto la capacità e la professionalità di vincere la sfida del passaggio ad una multinazionale e al mercato globale.

Tutto questo ha permesso alla Wartsila Italia di ritagliarsi un ruolo importante all’interno della Corporation. Non sono stati percorsi indolori: centinaia di lavoratori hanno dovuto fare ricorso ad ogni forma di “copertura passiva” con percorsi personali difficili e complessi.

Percorsi, però, che sono stati gestiti con l’obiettivo, realizzato, di non lasciare alcuna persona senza aiuto o prospettiva, creando sempre nuove opportunità: come successo anche nella precedente fase riorganizzativa, dove lo schema di relazioni positive ha consentito di realizzare questo risultato, superando la fase di difficoltà e gettando le basi per le performance raggiunte lo scorso anno.

Ma la stella cometa di queste operazioni è sempre stata la condivisone di percorsi industriali di prospettiva: ed anche in questo caso serve ripartire da un progetto industriale complessivo che deve formarsi attorno al sito triestino e coinvolgere tutto il sistema locale.

Da oltre vent’anni, pur con molte difficoltà, Wartsila Italia ha dimostrato, con questo lavoro di squadra e di sistema, la sua capacità di modificare schemi ed obiettivi che la Corporation avrebbe voluto impiantare e che non avrebbero valorizzato il sito di Bagnoli, molto diverso dai piccoli siti monoprodotto a cui la multinazionale era abituata.

Oggi dobbiamo continuare a fare lo stesso: dimostrare che il sito di Bagnoli non ha eguali nel mondo Wartsila e che può sostenere qualsiasi sfida richiesta dal mercato. E che lo può fare contando su quel sistema locale che ha retto fino ad oggi e che può essere ulteriormente implementato.

Solo così, pensando a come migliorare ulteriormente questo sistema (formazione, ricerca, infrastrutture, logistica strategica, sono solo dei titoli degli argomenti da sviluppare), potremmo rappresentare la volontà industriale e politica del “sistema territorio” di trasformare “lo scenario riorganizzativo” in un’opportunità di rilancio, valorizzando, ancora una volta, le eccezionali potenzialità della Wartsila Italia.

E come sempre, sarà necessario ripartire dal valore e dal ruolo insostituibile dei lavoratori: senza di essi, nessun “sistema” avrebbe la possibilità di vincere le sfide globali del futuro.