Liquidazione volontaria per la Fadalti Spa
Causa "crisi" si è aperta i giorni scorsi la procedura di liquidazione volontaria alla Fadalti SpA, società leader nella vendita di materiale edile, con sede a Sacile (Pordenone) e 24 filiali tra Friuli e e Veneto Orientale.
La prima fase del piano industriale attivato dai liquidatori nominati dall’assemblea straordinaria dei soci, convocata il 19 del mese, punta a rimettere in equilibrio l’azienda nell’ipotesi di una eventuale cessione, prevedendo la chiusura di 10 filiali (in perdita o poco strategiche) con accorpamento del personale nelle sedi più vicine dove possibile, un massiccio incremento della cassa integrazione fino a coinvolgere il 50% dei dipendenti, il mantenimento dell’attività operativa e nessuna procedura di licenziamento collettivo.
"E’ positivo – commenta il segretario della Fisascat Cisl di Pordenone, Adriano Giacomazzi – che nonostante la situazione deficitaria dell’azienda, i dipendenti (oggi 303) vengano considerati una risorsa importante anche nell’ipotesi di cessione; una risorsa da non disperdere o sacrificare alle esigenze di risanamento; una risorsa che ha fatto crescere l’azienda e che in futuro potrà essere ancora elemento indispensabile per la ripresa".
Si tratta di ragionamenti che la Fisascat ha affrontato fin dalla prima dichiarazione di esuberi e sempre condivisa con la controparte. "In una fase così delicata di ricerca di acquirenti credibili – stando alle parole di Giacomazzi – è necessario un percorso di relazioni sindacali estremamente corretto e puntuale, per evitare che azioni avventate possano far ritirare investimenti necessari per salvaguardare l’occupazione".
Nelle prossime settimane continueranno gli incontri con i commissari per una verifica costante della situazione e dei suoi sviluppi. "Incontri – conclude il segretario della Fisascat – che non abbiamo mai mancato nei mesi scorsi, convinti nella necessità di una ricerca condivisa di tutte le strade possibili per la salvaguardia dei posti di lavoro".
La crisi della Fadalti SpA affonda nel 2008 quando l’azienda – allora con 400 dipendenti – resta intrappolata nella morsa del finanziamento bancario, improvvisamente venuto a mancare. All’immediata crisi di liquidità si somma l’improvviso blocco di tutto il settore dell’edilizia pubblica e privata, con la conseguenza che i fatturati precipitano in soli due anni del 30%-35%. Da luglio 2009, a seguito di una dichiarazione di 100 esuberi, all’interno della Fadalti SpA è attivo un accordo ratificato dal ministero del Lavoro che ha trasformato gli esuberi in una Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, prorogata con 8 mesi di Cassa Integrazione in deroga che scadranno il prossimo marzo 2011.
Oggi i dipendenti sono 303 ma, anche per effetto della contrazione dei fatturati, gli esuberi non risultano variati.
Ufficio stampa Cisl Fvg