L’Italia da cambiare parte dal Friuli Venezia Giulia
Venerdì 11 (dalle 9.30) a Udine una grande mobilitazione organizzata dalla Cisl
Sul palco del Tomadini anche tutte le categorie economiche. Attesi oltre 700 delegati
Conto alla rovescia per la grande mobilitazione organizzata dalla Cisl regionale per venerdì 11 (dalle 9.30 Auditorium Tomadini) sotto lo slogan L’Italia da cambiare. In concomitanza con le principali piazze italiane, anche il Friuli Venezia Giulia scenderà in campo per sollecitare i governi nazionale e locale su alcune questioni chiave: lavoro, salario, tasse.
Al centro della manifestazione – cui parteciperanno oltre 700 delegati – vi sono, infatti, alcune partite non più procrastinabili per il Sindacato. “Chiediamo a gran voce – anticipa il segretario generale Giovanni Fania – un impegno serio a favore di questo Paese e di questa regione, che parta da più opportunità di lavoro, salari adeguati ed in linea con quelli dei maggiori Paesi europei, una riforma strutturale del fisco all’insegna dell’equità e della giustizia sociale”.
Temi trasversali, che vedranno a fianco della Cisl anche tutte le categorie economiche (Confindustria, Confartigianato, Api, Cna, Legacoop, Confcooperative, Confcommercio) invitate sul palco a portare un contributo di idee e proposte. La strada delle riforme, infatti, non può che partire da principi condivisi, da azioni congiunte in grado di forzare l’attuale immobilismo. “Con questa mobilitazione – aggiunge Fania – che interpreta l’insoddisfazione dei lavoratori e dei pensionati vogliamo rispondere con il costruttivismo al desolante spettacolo della politica”. Le ricette ci sono, il percorso parte l’11 ed è destinato ad andare avanti. Occorre un nuovo Patto fiscale, che riveda la tassazione italiana sul lavoro (la più alta in Europa con il 44,9% a fronte della media Ue del 37,8%), che tagli le tasse ai lavoratori, ai pensionati, incrementando salari e pensioni, e alle imprese; occorre rendere strutturale e migliorare la detassazione sui premi erogati tramite i contratti aziendali e territoriali, ma anche avviare una seria battaglia contro l’evasione. Idee chiare anche sul fronte salari (“Non è pensabile che i nostri operai siano il fanalino di coda dell’Europa”) e del lavoro, rispetto al quale la Cisl chiede, anche a livello regionale, politiche attive più pregnanti e mirate non solo al reinserimento post crisi, ma anche alla stabilizzazione; maggiore impegno per i giovani (in Italia 1 su 4 è disoccupato ed è aumentato in modo preoccupante il part time involontario); incentivi alle aziende che assumono e fanno vera innovazione.
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
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