Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > METALMECCANICA FVG, NESSUNA RIPRESA

METALMECCANICA FVG, NESSUNA RIPRESA

Nessun sonno tranquillo per la metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, con oltre 13mila lavoratori coinvolti da una crisi che sembra non avere fine. Perchè malgrado gli indicatori nazionali di dicembre parlino di ripresa, in regione non si vede alcun spiraglio. L’allarme arriva direttamente dalla Fim Cisl Fvg che a Magnano in Riviera ha riunito il suo direttivo, alla presenza anche del numero uno nazionale della categoria, Giuseppe Farina e dei segretari della Cisl Fvg Monticco, Morassi e Di Lucente. "La situazione è drammatica" – sintetizza senza mezzi termini il segretario regionale, Sergio Drescig, puntando il dito anche sul problema della disoccupazione giovanile, passata nel giro di appena sette mesi dal 37% al 43%. Senza contare che la "copnta" dei 13mila è assolutamente approssimativa, non comprendendo tutte quelle piccole imprese dove il Sindacato non è presente e che nella maggior parte dei casi sono destinate a non riaprire più. La crisi ormai è diffusa e non c’è territorio ad esserne esente. A soffrire di più attualmente sono le province di Udine e Pordenone, con oltre 10mila lavoratori coinvolti, ma anche Gorizia e Trieste pagano un prezzo altissimo se si considera, ad esempio, che solo ieri alla ferriera di Servola è stata firmata la cassa integrazione per 285 dipendenti o che la Carraro di Gorizia è passata nel giro di qualche anno da 200 addetti a una settantina. Tanti i fronti aperti, richiamati da Drescig, dalla Mangiarotti, il cui problema finanziario non è ancora stato risolto e ci sono commesse fino al 2017, alla Wartsila, passando per gli esuberi annunciati di Insiel Mercato. "Va poi considerato – aggiunge Drescig – che nei prossimi anni le aziende purtroppo si assesteranno verso il basso il che significa che, anche se ci sarà ripresa, non tutti i lavoratori saranno riassorbiti, anzi molto probabilmente verranno definitivamente espulsi dai cicli produttivi". Di qui l’appello alla Regione, a costruire non solo solide politiche attive del lavoro, ma a concentrasi su un piano industriale, oggi assente, che faccia perno intorno al manifatturiero. "Non basta tappare i buchi e giocare in difesa" – incalza il segretario della Fim, sollecitando misure industriali concrete e di prospettiva. E sulla necessità di riaprire politiche regionali concertative interviene anche il segretario regionale della Cisl, Alberto Monticco: "E’ inutile trovare le cure quando il paziente è già morto". Sulla vicenda Electrolux è invece direttamente il numero uno della Fim nazionale, Giuseppe farina (che nel pomeriggio ha incontrato i lavoratori di Porcia) a commentare: “La mobilitazione dei lavoratori e del sindacato e il pressing di amministratori locali e Governo ha conseguito un primo risultato: l’azienda si è impegnata a cambiare il piano industriale con nuovi investimenti e la conferma di tutti e quattro gli stabilimenti del gruppo in Italia. L’impegno dell’azienda, però, è tutto da verificare, così, come pure il sostegno del Governo e degli amministratori locali, che sono chiamati a dare il loro contributo per trasformare un piano di ridimensionamento in un piano di sviluppo. Tutto questo è necessario e propedeutico all’apertura del tavolo di trattativa con il sindacato. Mi auguro – conclude – che nell’incontro previsto al Ministero dello Sviluppo Economico per la prossima settimana, tutto questo venga confermato e possa finalmente iniziare una trattativa sulla gestione della crisi e sullo sviluppo di Electrolux nel nostro Paese.”
Il direttivo della Fim di oggi, però, è stato l’occasione anche per fare il punto su altre questioni: il Testo Unico sulla Rappresentanza ("Un buon accordo che fa chiarezza su chi rappresenta e quanti") e sul prossimo accorpamento di Fim e Femca (la categoria cislina che segue chimica e tessili) e che entro la fine dell’anno vedrà riunito un consiglio generale straordinario per l’approvazione del nuovo Statuto.

Ufficio stampa Cisl FVG