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METALMECCANICA FVG, OLTRE 6MILA LAVORATORI IN CRISI

Metalmeccanica in caduta libera anche in Friuli Venezia Giulia, dove a soffrire non sono solo le grandi aziende, ma anche tutto il tessuto della subfornitura. L’allarme arriva dalla Fim Cisl regionale, oggi a congresso a Magnano in Riviera, alla presenza del nazionale Alberto Montico e del segretario della Cisl Fvg, Giovanni Fania. “Il settore della componentistica – chiarisce subito Cristiano Pizzo, il segretario uscente della categoria (che a livello regionale conta oltre 8mila 100 iscritti) – sta pagando un prezzo altissimo, basti solo pensare a quella miriade di piccole aziende che riforniscono la catena del bianco oppure la cantieristica e che hanno perso migliaia di addetti”. Oltre 6mila, in generale, si stimano i posti volatilizzati nella metalmeccanica del Friuli Venezia Giulia, una vera e propria emorragia destinata ad aggravarsi se non si inizieranno a fare serie politiche industriali. “E’ necessario agire immediatamente – incalza Pizzo – con provvedimenti concreti, che premino le aziende più innovative e riducano la fiscalità sui dipendenti e sulle imprese”. Senza contare un intervento immediato – la voce è in testa alle preoccupazioni del Sindacato – sugli ammortizzatori sociali, oggi al limite delle risorse e che richiederebbero, a livello nazionale, un investimento di almeno di 1 miliardo. Di qui l’appello alla prossima giunta regionale: maggiore attenzione al comparto a proposte adeguate a valorizzare l’eccellenza dell’industria friulana. Parola d’ordine – per la Fim – fare sistema, ragionando in termini di distretto, perché oggi “piccolo è bello, ma è pericoloso”. Lo è specialmente di fronte ad una crisi che non arretra e che colpisce tutti i territori ed i segmenti del comparto, dalla siderurgia all’auto, con il crack specialmente nell’area giuliana, dalle acciaierie all’elettrodomestico. Alla precaria condizione delle grandi aziende, dunque, (poche le eccezioni, che tengono, come Wartsila, Telit, Fincantieri) dobbiamo aggiungere la difficoltà delle piccole realtà. Un dato su tutti: solo nel 2012 nel pordenonese, gli interventi dell’Ebiart a sostegno delle aziende artigiane, collegate alla subfornitura, sono stati 701, vale a dire il 70% in più rispetto al 2011.
Di fronte a questa contrattura – per la Fim – urge che la politica batta un colpo, allentando ad esempio il patto di stabilità, ma anche approntando le riforme, come quella del fisco, intervenendo sul costo del lavoro, abbattendo i costi dell’energia, lo snellimento della burocrazia.
“Tutti – esorta Pizzo – devono fare la propria parte, assumendosi precise responsabilità”. Un invito rivolto non solo alla politica, ma anche alla Fiom, “più orientata, ormai in solitudine e contradditoriamente, a distruggere che a costruire”. “Per quanto ci riguarda – conclude il segretario uscente della Fim Cisl – il nostro obiettivo resta quello di tutelare i lavoratori: lo abbiamo fatto, assieme alla Uilm, firmando il rinnovo del contratto (che in regione ha interessato circa 80mila addetti) e migliorando le prospettive e condizioni dei metalmeccanici con il Fondo Metasalute.

Nel pomeriggio sarà eletto il nuovo consiglio generale della Fim Cisl FVg. La prossima settimana, invece, si procederà alla nomina del nuovo segretario e della segreteria.

Ufficio stampa Cisl Fvg