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Muradore, Sos alla Regione: «Subito nuove azioni»

Il segretario della Cisl: «Ritarare gli strumenti anticrisi perché fra un anno sarà troppo tardi e parlerà il mercato»

“Ci avete provato, con la legge anti-crisi, ma è urgente ritararsi. Adesso la politica può fare ancora qualcosa. Tra un anno parlerà solo il mercato e ci sarà un processo di deindustrializzazione”.
È l’appello che Roberto Muradore, segretario Cisl Udine e Bassa Friulana lancia all’indirizzo della Regione guardando quasi sgomento gli ultimi numeri sul trend occupazionale: nel solo mese di marzo le ore di cassa integrazione (ordinaria e straordinaria) in Friuli Venezia Giulia sono state 2,2 milioni, di cui 1,3 milioni nella sola provincia di Udine. Nel primo trimestre 2010 la cifra complessiva è di 6,1 milioni di cui 3,1 milioni in provincia di Udine. “Rappresentiamo la metà della sofferenza regionale, ecco perché dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce”, dice.
Soprattutto, aggiunge, perché questi numeri si riferiscono all’area in cui il manifatturiero è più massicciamente presente e dunque è questa economia ad essere ormai alle corde. Il quadro s’aggrava se si considera che buona parte del fatturato da queste parti si fa con l’export, quello che nel 2009 a Udine è calato del 25,1% e a Pordenone del 28,4%, “cifre da brivido”.
Non sterili attacchi i suoi, assicura, ma un grido d’allarme perché “la Regione dia la sua disponibilità ad aprire un tavolo di confronto vero con Cgil-Cisl-Uil regionali, per studiare insieme dove e come si può investire per creare futuro”. Sta qui, secondo il leader sindacale, il fulcro del problema, dato che ciò che si chiama “ripresa” è solo “l’arresto della caduta verticale dell’economia”. Ancora una volta, lo dicono i numeri: “Forse quest’anno cresceremo dello 0,9%, ma nel 2009 abbiamo perso il 5% del Pil. E la risalita, quando c’è, non porterà occupazione”.
Nell’immediato, “bisogna aprire i cantieri, a tutti i livelli con i soldi che già ci sono. E se su alcune opere vi sono empasse burocratici, si cambi la destinazione degli investimenti”.
Insiste sull’assessorato all’industria dedicato; sulla valorizzazione degli strumenti finanziari regionali (“Friulia non ha ancora recuperato il suo ruolo” e “vendere ora Mediocredito vorrebbe dire svenderlo”); su azioni pubbliche per favorire fusione ed integrazione delle imprese. “E’ in questo momento che la Regione può aiutare a trovare i vantaggi competitivi di sistema – conclude -. Tra non molto, sarà troppo tardi”.