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Negozi, i sindacati: stop alla deregulation

Cisl e Uil scrivono ai capigruppo in Regione: cambiamo la legge sulle aperture Il primo maggio in città: solo alcuni esercizi hanno lavorato, scarse le proteste
Parcheggio: le ditte "sondano" il terreno in piazza

di Cristian Rigo

Dopo la protesta, ecco le proposte. Cisl e Uil hanno scritto una lettera a tutti i capigruppo del Consiglio regionale. Obiettivo: cambiare la legge sul commercio per evitare la deregulation. Sulla stessa linea anche la Filcams Cgil con la segretaria della Filcams Susanna Pellegrini che ha chiesto di rispettare la "memoria" auspicando che quello appena trascorso sia l’ultimo primo maggio delle polemiche. A protestare, in centro a Udine, domenica c’era soltanto l’Unione sindacale italiana che ha esposto uno striscione provocatorio: «Precario? Lo è anche il primo maggio». Anche nella giornata della festa del lavoro alcuni negozi hanno tenuto aperte le serrande. Oltre all’Upim e a Zara, già aperti il 25 aprile e già "bersaglio" delle critiche dei sindacati, sono rimasti aperti Profili in via Mercatovecchio e la libreria Giunti di via Vittorio Veneto. Per tutti gli affari sarebbero andati bene a dimostrazione del fatto – sostengono i commercianti – che «i consumatori gradiscono al pari dei lavoratori che volontariamente rinunciano alla festa per guadagnare di più e godersi un giorno libero durante la settimana». Inutile dire che i sindacati non la pensano allo stesso modo. Ma questa volta nessuna critica ai commercianti che d’altronde hanno tenuto aperto nel pieno rispetto delle norme. Ecco allora che Cgil, Cisl e Uil bussano alla porta della politica. «La legge così com’è non funziona – tuona Paolo Duriavig della Fisascat Cisl – Ci sono troppe deroghe alle aperture e in generale regna l’incertezza e a farne le spese oltre ai lavoratori sono anche i clienti. Al momento infatti è impossibile sapere se un negozio è aperto oppure no. La maggior parte dei commercianti non comunica l’elenco delle aperture domenicali e festive ai Comuni come in teoria prevede la norma». Da qui la proposta di Cisl e Uil: niente deroghe e tetto per le aperture festive uguale per tutta la regione con la possibilità di decidere un "calendario" a livello provinciale. Secondo Cgil, Cisl e Uil attualmente ci sono troppe deroghe al limite massimo delle 29 aperture domenicali. I centri storici dei capoluoghi provinciali sono considerati aree a vocazioni turistica e lì gli esercizi commerciali possono stare sempre aperti, anche nelle cosiddette "festività protette" come per esempio Pasquetta, il 25 aprile e il Primo Maggio. Non solo. La norma regionale consente anche a tutti i piccoli negozi, ossia alle attività con una superficie commerciale fino a 400 metri quadrati di restare aperti ogni domenica. «La verità – denuncia Claudio Moretti della Uiltucs – è che siamo alla deregulation. E le commesse sono costrette a lavorare sempre». Dalla Filcams è arrivata infine la richiesta di rispettare la memoria. «A tutti quelli che si sono stancati delle polemiche sul Primo Maggio – dice la Pellegrini – rispondiamo che "la memoria è scrigno del futuro" ed è vitale che qualcuno si batta ancora per dire che nelle festività del 25 aprile e del primo maggio (come anche per altre feste religiose) sia molto più importante per il nostro futuro e per il tipo di società che vogliamo coltivare la memoria e le nostre tradizioni piuttosto che farsi consumare dal consumo. La Filcams Cgil Fvg chiede da tempo alla politica regionale un confronto per trovare soluzioni che rappresentino la giusta mediazione tra i bisogni del commercio, dei consumatori ma non ultimi dei lavoratori».