Occupati: la Cisl non “vede†l’ottimismo. Il segretario di Udine Paolo Mason: tutti i comparti sono ancora colpiti dalla crisi
Secondo i rilevamenti più recenti sono più di 7 mila gli addetti che usufruiscono dei vari ammortizzatori sociali. In mobilità 730 operai
di MAURIZIO CESCON (Messaggero Veneto 16-09-2010)
Ripresa. Ottimismo. Aumento della produzione. Tutte parole che non entrano, di questi tempi, nel vocabolario della Cisl. Anzi, il sindacato friulano non “vede” all’orizzonte segnali positivi. La crisi c’è ancora e colpisce un po’ tutto il comparto produttivo dell’Udinese e della Bassa friulana. E per avvalorare la propria tesi la Cisl porta in dote i numeri (recentissimi, di settembre) che “fotografano” la situazione. Sono più di 7600 i lavoratori che usufruiscono di ammortizzatori sociali (cassa integrazione straordinaria, Cig in deroga, mobilità, contratti di solidarietà e altro ancora) e le aziende in difficoltà sono più di 300. I comparti in maggiore sofferenza sono quelli metalmeccanico e del legno: nel primo 91 aziende coinvolte in stati di crisi e 2.443 lavoratori, nel secondo 124 aziende e 2.075 lavoratori. Ma non va bene neanche al settore del commercio con 78 attività e 751 addetti coinvolti in situazioni di crisi e a quello dei trasporti con 14 aziende per un totale di 215 autisti e magazzinieri. Insomma un quadro ancora piuttosto fosco, come sottolinea il segretario Ust-Cisl dell’Udinese e Bassa friulana Paolo Mason: «I numeri che le Federazioni di categoria hanno rilevato nelle numerose aziende da loro seguite – afferma il segretario –, evidenziano almeno tre aspetti della situazione produttiva e occupazionale. Non esiste settore che non sia, più o meno pesantemente, colpito dalla crisi e ciò fa a pugni con le affermazioni degli ottimisti “comunque” che parlano, a sproposito, di ripresa produttiva mentre, al massimo, si può dire che si è arrestata la caduta verticale degli ultimi anni. L’entità della cassa integrazione guadagni straordinaria rimarca la strutturalità della crisi e, per di più, alcuni ammortizzatori prossimi a cessare lasceranno in balia di se stessi lavoratrici e lavoratori che, purtroppo, molto difficilmente riusciranno a trovare un’altra occupazione. Gli ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga, i contratti di solidarietà, il sostegno al reddito dei lavoratori dell’artigianato da parte degli enti bilaterali (tanto esecrati dalla Fiom Cgil), la mobilità e i vari tipi di disoccupazione sono utili, anzi necessari per dare un sostegno a chi è sospeso dal lavoro o l’ha perso, ma non costruiscono il loro futuro». Secondo Mason, quindi, la politica tutta, innanzitutto chi è al governo del Paese e della Regione ma anche chi è all’opposizione, deve impegnarsi maggiormente a rilanciare l’economia reale per dare un lavoro ai tanti, troppi, che non ce l’hanno e che lo perderanno.
Roberto Muradore, segretario generale della Cisl friulana, ricorda come, da sempre, la propria organizzazione ritiene indispensabile che, a livello nazionale come a livello regionale, «si riprenda il filo di una politica industriale colpevolmente messa in soffitta. Si dia finalmente un responsabile al Ministero dello sviluppo e, a livello locale, si proceda quanto prima al previsto cambio dell’assessore regionale alle attività produttive poichè un clima di “attesa” può generare dannosi ritardi e incertezze». Muradore, inoltre, sottolinea come vadano prese le scelte necessarie per il rilancio dell’economia tutta e, specificatamente, del manifatturiero, a partire da un assessorato maggiormente dedicato e una Friulia realmente al servizio delle imprese.