OPERATORI SOCIALI, BENE LA REGOLAMENTAZIONE, MA OCCORRE STARE ATTENTI
Bene – per Cgil e Cisl Fvg – che dopo anni la Regione abbia deciso di fare chiarezza sulla materia degli “operatori del sistema integrato di interventi e servizi sociali”, ma nella nuova regolamentazione occorre fare attenzione, in particolare per quanto riguarda la figura dell’educatore sociale.
A margine dell’audizione di stamani in III Commissione, Cgil e Cisl sollevano il problema: i circa 3mila operatori che fino ad oggi hanno svolto la funzione di educatore senza gli idonei titoli (nello specifico, la laurea universitaria) non possono oggi essere lasciati soli. La questione, infatti, è di quelle delicate e deve contemperare una doppia esigenza – spiegano i segretari di Cgil e Cisl, Orietta Olivo e Luciano Bordin: “quella di tutelare chi fino ad oggi, in assenza di una norma, ha operato come educatore e quella della cittadinanza, spesso anziani e minori, o portatori di handicap o disagi psichiatrici, di avere un’assistenza di qualità”. Occorre, dunque, per i Sindacati attivare percorsi formativi e di qualificazione, per dare la possibilità di ricollocarsi a tutti quegli operatori che finora hanno prestato assistenza alla collettività, svolgendo un ruolo fondamentale per la tenuta del welfare; altresì – sollecitano Cgil e Cisl – va identificata una norma di riferimento per certificare le esperienze lavorative pregresse, anche in riferimento alle previsioni del ccnl. “Se non si metteranno in piedi questi accorgimenti – concludono Olivo e Bordin – il rischio sarà altissimo: quello che gli operatori attualmente considerati educatori e che d’ora in poi saranno definiti animatori (circa un migliaio di soggetti), vengano, nel migliore dei casi, demansionati (con possibile calo della retribuzione) e nel peggiore, ritenuti esuberi, specialmente nella gestione degli appalti pubblici”.