OSPEDALE, LA CISL BLOCCA I PIANI DI SMANTELLAMENTO
No allo smantellamento dei 14 posti letto di medicina per acuti di Maniago, sì invece alla loro «riconversione in posti letto di post-acuti perché questo risponderebbe alle esigenze di tutta l’area montana e anche dell’ospedale di Spilimbergo». Nessuna pregiudiziale sulla riclassificazione del pronto soccorso in punto di primo soccorso «purché vengano garantite la presenza dell’automedica e l’operatività sulle 24 ore». Potenziamento dell’offerta ambulatoriale «con la presenza a Maniago degli specialisti dell’Azienda ospedaliera di Pordenone e non di professionisti in convenzione». Infine «attivazione a Maniago, grazie alla presenza del polo natatorio e della vicinanza al Progetto Spilimbergo, di un Centro riabilitativo per cerebrolesi, con 10 posti letto, di riferimento provinciale». In sostanza dalla Cisl, segreteria provinciale, di categoria (Funzione pubblica e sanità) e pensionati (provinciale e Lega di Maniago e di Spilimbergo), arriva una bocciatura al Progetto Maniago così come concordato tra Azienda sanitaria e ospedaliera, perché questo prevederebbe l’azzeramento di tutte le funzioni ospedaliere del presidio e una sua consegna al territorio e alla Ass 6. Cancellati la medicina e il pronto soccorso, Maniago «e un territorio che è metà della provincia finirebbero con l’essere sguarniti di un servizio fondamentale – hanno spiegato Arturo Pellizzon, Paolo Florean, Gianni Santin e i referenti delle due Leghe di Maniago e Spilimbergo –, utile anche a Spilimbergo (dove i ricoveri di medicina hanno una durata quasi doppia rispetto a Pordenone proprio perché manca una struttura intermedia in cui indirizzare i pazienti non più critici, ma nemmeno in grado di rientrare a domicilio). In sostanza – spiegano i referenti del sindacato – rivendichiamo per Maniago lo stesso modello attuato a Sacile, e a maggior ragione in questo territorio che, rispetto ad altre aree della regione (come Cividale e Gemona), ha già pagato il conto della riorganizzazione della sanità». Gli strumenti non mancano, perché «gli Ospedali riuniti si prestano a ripensare i servizi sulla base delle necessità della popolazione delle diverse aree della provincia». La Cisl ricorda «l’atteggiamento responsabile e pragmatico, anche in presenza di una discussione interna difficile, rispetto alla riorganizzazione della sanità. Questa provincia – rimarca Pellizzon – ha fatto cose che altrove non sono state realizzate. Non deve essere ulteriormente penalizzata». La Cisl non è d’accordo sulla trasformazione dei posti letto di medicina in Rsa «perché il servizio delle residenze è diverso», e il futuro del country hospital potrebbe essere ridefinito alla luce delle proposte del ministro Balduzzi, così come non concorda su un progetto «che prevede la chiusura di Maniago per attivare i posti letto di intensiva a Spilimbergo», un travaso di risorse che non risolve i problemi, ma ne crea di nuovi. Infine indispensabile un presidio di emergenza sulle 24 ore «in un’area industrializzata come questa».