PARTE DALLA CISL DI TRIESTE LA SFIDA SUI NIDI INTERAZIENDALI
COMUNICATO STAMPA
Presentati questo pomeriggio due progetti su Roiano e Cattinara
PARTE DALLA CISL DI TRIESTE LA SFIDA SUI NIDI INTERAZIENDALI
Obiettivo: favorire la conciliazione e rispondere alle esigenze del territorio
Parte dalla Cisl di Trieste la sfida sui nidi interaziendali, con la presentazione, questo pomeriggio, di due progetti che coinvolgono il quartiere di Roiano e quello di Cattinara. “Il nostro obiettivo – spiega il segretario generale, Luciano Bordin – è verificare la fattibilità di alcuni servizi per l’infanzia, in modo da soddisfare ad una duplice esigenza: fornire una serie si servizi consoni alle necessità della popolazione e del territorio e favorire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, soprattutto in un periodo di crisi come quello attuale, per mantenere salda l’occupazione femminile o facilitare il reinserimento delle donne dopo la maternità”. In concreto – spiega la referente del progetto, Chiara Zanetti, ricercatrice presso l’ateneo triestino, che è stato coinvolto dalla Cisl – abbiamo avviato una sorta di studio sul fabbisogno di strutture, individuando il quartiere di Roiano e quello di Cattinara – privi di servizi e ad alta concentrazione produttiva – e sensibilizzando una decina di aziende insediate, per poi allargarci anche ad altre in modo da creare una vera e propria rete di interesse”. Tra qualche settimana, poi, si entrerà nel vivo del progetto con la distribuzione di un questionario (eventualmente concordato con le aziende) ai lavoratori dei due siti e finalizzato a verificare con gli stessi interessati i problemi di conciliazione, la disponibilità ad inserire i propri figli in una struttura interaziendale, le caratteristiche del servizi. Lo step finale di questi due progetti pilota (sono già stati individuati altri quartieri su cui intervenire: Campo Marzio e Ponziana) sarà il coinvolgimento diretto delle imprese e delle istituzioni, in una logica di sinergia. Quella stessa – individuata dall’assessore alle Politiche sociali delle Provincia, Marina Guglielmi – indispensabile rispetto alle tematiche sociali. “La strada – dice, alludendo alle ristrettezze delle risorse – non può che essere quella delle partnership tra pubblico e privato per dare vita a progetti come quelli presentati oggi, che rappresentano un’interessante evoluzione dei nidi aziendali”.
E pieno sostegno arriva anche dala Regione, con Chiara Cristini dell’Agenzia del Lavoro che spiega: “La crisi di innesta sui problemi strutturali dell’occupazione: ecco perchè occorre pensare all’roganizzazione e valorizzazione delle risorse umane e delle donne in particolare, anche usufruendo al meglio lo strumento del Fondo Sociale Europeo”. Donne, dunque, impegnate nel lavoro – rileva la coordinatrice delle donne della Cisl Fvg, Renata Della Ricca, che ha richiamato anche il progetto in avvio dell’asilo nido dell’Azienda ospedaliera Udinese – ma che devono essere messe in condizione di conciliare: l’impegno del Sindacato va in questa direzione, permettendo a donne e uomini, di sperimentare la vicinanza dei ruoli di genitori e lavoratori”.
Quanto alla fotografia del territorio, sotto il profilo delle strutture attive, è la segretaria della Cisl triestina, Marina Zelco a rilevare non solo le rette che ci pongono tra le regioni più care d’Italia, ma soprattutto il problema dei posti disponibili, con il 40% delle domande che a Trieste rimangono insoddisfatte. In Fvg i posti disponibili sono 2347, pari, cioè, al 5,6% della popolazione compresa tra gli 0 e i 3 anni.
Quanto, invece, al quadro nazionale è la segretaria confederale della Cisl Liliana Ocmin a commentare: “L’emergenza dei nostri tempi – dice – è l’emergenza occupazionale, che riguarda in particolare le donne e che ci impone la necessità di conciliare vita e lavoro come elemento cruciale per il rilancio dell’economia e del Paese”. “Non pensare alle donne – aggiunge – significa trascurare il futuro del nostro Paese: le donne che non lavorano, infatti, non fanno figli e la conseguenza sono una serie di problemi che toccano il ricambio generazionale, la solidarietà intergenerazionale, la possibilità di far ripartire l’Italia”. E se gli obiettivi di Lisbona, come la Cisl ha denunciato, si sono rivelati un “flop” è altrattanto vero che qualcosa si sta muovendo. “Come Cisl – spiega Ocmin – abbiamo chiesto ed ottenuto l’apertura di un tavolo specifico e stiamo lavorando per l’attivazione di un Osservatorio”. Gli strumenti a garanzia della conciliazione – a detta della segretaria confederale – ci sono: asili nido, ma anche voucher e contrattazione di II livello, ovvero la leva per rilanciare elementi fondamentali come, ad esempio, la flessibilità dell’orario di lavoro ed il rilancio della bilateralità”. Insomma gli spazi per garantire risposte nuove ci sono, purchè la conciliazione sia intesa come un terreno di investimento. “La stagione della rivendicazione delle tutele e dei diritti è superata – conclude Ocmin – ora è necessario mettersi in gioco fino in fondo: nel mercato del lavoro, in politica, nella società”.
Trieste, 30 marzo 2010
Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg
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