PATRONATI: NOI, CON I CITTADINI CI METTIAMO LA FACCIA, NON IL “PINâ€
Vogliamo essere noi a dire a tutti i cittadini che un servizio qualificato come quello sino ad oggi offerto gratuitamente dagli operatori dei patronati potrebbe da domani essere a pagamento? Se dovesse passare la norma della legge di stabilità che taglia i fondi ai Patronati le ricadute sulla collettività saranno pesantissime: l’ennesimo costo affibbiato ai soliti noti, dipendenti e pensionati.
L’allarme è della Cisl di Trieste Gorizia che punta il dito contro una proposta del governo a dir poco sciagurata. Già, perché le conseguenze per i cittadini non sarebbero “soltanto” di natura economica, ma costringerebbero gli utenti a rapportarsi direttamente con la pubblica amministrazione, senza aiuto alcuno per districarsi nella burocrazia previdenziale ed assistenziale, rischiando, in caso di errore, di veder compromesse tutele economiche pluriennali essenziali . “Renzi – spiega il segretario Umberto Brusciano – dimentica due cose fondamentali: che i Patronati adempiono ad una tutela costituzionalmente garantita secondo quanto espressamente previsto dall'articolo 38 della Costituzione e che le loro attività non sono assolutamente finanziate dallo Stato, ma con i contributi dei lavoratori e dei datori di lavoro”. Giù le mani, quindi, dai nostri soldi, che significativamente fanno solidarietà vera con l’accesso universale e gratuito ai servizi patronali”.
Parliamo di patronati come l’Inas Cisl, che interviene con personale altamente qualificato ad interpretare ed applicare la normativa vigente ed i regolamenti, per non far perdere i giusti benefici economici e normativi spettanti soprattutto alle persone socialmente deboli; e che non si occupa unicamente di pensioni, ma di pratiche a tutto tondo: infortuni e malattie professionali, disoccupazione, maternità, assegni familiari, per fare qualche esempio. Insomma, una funzione sociale straordinaria ed imprescindibile, che oggi si vorrebbe limitare.
Eppure – conti alla mano – se lo Stato procederà al taglio ipotizzato (la seconda sforbiciata dopo quella del 2014) il costo a carico della pubblica amministrazione, vale a dire della collettività, lieviterà sensibilmente, superando i 664 milioni di euro annui tra Inps, ministero degli Interni ed Inail. Basti pensare che ad ogni euro tagliato ai Patronati, lo Stato dovrà spendere 1,68 euro per garantire (forse) analoghi servizi, senza contare però che molte procedure verrebbero rese telematiche e, dunque, la responsabilità della gestione accollata direttamente sulle singole persone. “Siamo di fronte ad un quadro sconfortante: un’erosione di diritti che penalizzerà tutti in nome di non si sa cosa” – commenta Gianluigi Pauletto, direttore dell’Inas di Trieste. Peccato che il Patronato giuliano – mentre il governo si appresta ad approvare la Legge – sia sempre più sommerso dalle pratiche e dalle richieste di assistenza, Se, infatti, nel 2013 queste ammontavano a 5mila 267 per circa 7mila persone contattale, lo scorso anno le pratiche aperte e gestite sono salite a 6mila 360 con un numero di contatti prossimo a 8mila 500, mentre il 2015 si chiuderà presumibilmente con un ulteriore rialzo a 6mila 691 operazioni effettuate. Con l’Inps che nel frattempo ha chiuso gli sportelli ai cittadini sostituendoli con internet .