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PORDENONE, INDIETRO TUTTA. URGONO INVESTIMENTI

La provincia di Pordenone, sotto il profilo dell’occupazione, ha perso 10 anni, il che significa che i posti di lavoro faticosamente conquistati in un lustro sono letteralmente andati in fumo, come dimostra un numero su tutti, ovvero quello dei 5mila lavoratori ad oggi in mobilità.
La conta dei danni è della Cisl della Destra Tagliamento, oggi riunita in un maxi vertice a Casarsa (tenuto a battesimo anche il neo ristorante solidale Al Posta) con l’obiettivo di fare – assieme al segretario nazionale aggiunto Giorgio Santini – il punto sul territorio, ma soprattutto per delineare nuove strategie d’intervento.
Per il segretario generale Arturo Pellizzon la strada è una: “Occorre – dice – trattare con le imprese le condizioni per attrarre investimenti, perché solo così la nostra provincia, un tempo nutrita dalle grandi industrie e dai terzisti, potrà ritrovare se stessa ed i lavoratori fiducia”.
In questo senso vanno – per la Cisl – alcune esperienze in atto e sicuramente da valorizzare. “Il nuovo patto per lo sviluppo industriale di Pordenone – commenta Pellizzon – ad un anno dalla sua istituzione risulta utilissimo a gestire le crisi trasversali (su tutte quella del mobile, ma anche Electrolux, Ideal Standard…) cui stiamo assistendo”. “Grazie ad esso – aggiunge, traendo un primo bilancio di attività – abbiamo introdotto nella maggior parte delle realtà produttive la contrattazione di II livello, vera leva per sostenere i lavoratori, ma anche le stesse aziende”.
Quanto al futuro, due sono le strade individuate come immediate dal Sindacato, ovvero incentivare e dare ancor più gambe al tavolo tecnico della Provincia sul sistema di protezione sociale, sostenendo, da un parte, le famiglie in difficoltà con servizi e il contrasto all’evasione fiscale e, dall’altra, favorendo la cantierizzazione delle mille (letteralmente) opere pubbliche ancora in stallo. “Stiamo poi intavolando – spiega Pellizzon – trattative serrate anche sulle politiche attive del lavoro per aiutare chi lo ha perso a riagganciarlo”.
Tuttavia, la preoccupazione della Cisl pordenonese va anche verso i giovani, particolarmente esposti alle difficoltà del mercato del lavoro. Di qui le richieste: sistema scolastico di qualità, nuovo apprendistato, incrocio più efficace tra orientamento e collocamento al lavoro. Non ultima la questione delle dimissioni bianco, pratica ancora molto diffusa anche sul territorio e con la Cisl in prima linea nell’azione di contrasto.
Lavoro anche al centro dell’attesissimo intervento conclusivo del nazionale, Giorgio Santini. “Il tema dei prossimi anni – ha detto – non potrà che essere quello del lavoro che va riconquistato in un mondo che è cambiato radicalmente”. “Lavoro e stato sociale – ha aggiunto il segretario cislino – sono sotto attacco durissimo: ecco perché serve un nuovo slancio di responsabilità a favore dell’economia sana e dello sviluppo”. Per Santini, in questo quadro, occorre ripensare con decisione al tema portante degli investimenti, anche sul piano pubblico sbloccando le situazioni arenate pur in presenza di risorse.
“Assistiamo – ha poi spiegato – ad uno squilibrio drammatico tra beni individuali e beni collettivi: va ritrovato il giusto rapporto”. Ma grande attenzione va posta anche alle nuove opportunità occupazioni, determinate dalle economie emergenti (così quelle “green”) e dai tutti quei lavori – in primis quelli legati alla cura e servizi alla persona – che rappresentano un bacino straordinario (150mila posti di lavoro in un anno in Francia), che vanno organizzati e tolti dal “sottoscala del lavoro nero”.
Non poteva mancare, infine, la valutazione sull’operato del Governo, con Monti definito – da un lato – promoter di un immagine diversa dell’Italia in Europa e – dall’altro – chirurgo dei grandi tagli. Così, le pensioni (“Partita non chiusa su cui continueremo ad incalzare”). Poi, il tavolo sul lavoro, “partito malissimo e rimesso in sesto, capito che quello dell’articolo 18 non è il vero problema”. Tre – per Santini –sono i punti all’ordine del giorno: giovani, maggior costo della flessibilità, ammortizzatori sociali, abbinati a percorsi concreti di ricollocazione.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg