Poste, allarme nuove riduzioni di personale
Personale a regime? «Solo fino a fine gennaio». La situazione del recapito secondo il Sindacato Lavoratori Postali della Cisl non è poi così idilliaca. Il fatto che il servizio attualmente sia coperto senza problemi è dovuto al fatto «che dodici persone – spiega la segretaria di categoria di Pordenone, Loretta Loschi – appartengono ai 15 lavoratori che sono stati assunti, solo per quel che riguarda Pordenone città, attingendo alla graduatoria che, dal 2003, Poste sta scorrendo», una graduatoria formata da persone che avevano aperto una vertenza di lavoro.
«Parliamo di contratti a tempo indeterminato, ma contratti particolari: queste persone sono assunte con part-time verticale e quindi lavorano a periodi. Nel caso di Pordenone lavorano a blocchi di tre mesi. Questo significa che a fine gennaio queste 12 persone saranno rimpiazzate da sole tre persone. Cosa accadrà allora?».
Il sindacato riconosce che fosse necessario riorganizzare il servizio – «anzi siamo in ritardo rispetto ai tempi in cui questo sarebbe dovuto avvenire» – ma ha espresso forti dubbi sulle modalità scelte e sui tempi. Ritardo per ritardo, perché non iniziare dopo il 31 gennaio? «La direzione di Pordenone probabilmente è stata più lungimirante delle altre perché almeno ha anticipato il servizio. A partire da metà dicembre – dice Loschi – il volume della posta da recapitare aumenta per cui gestire certi volumi con una nuova organizzazione rischia di creare problemi sia ai lavoratori che agli utenti. Da parte nostra avevamo chiesto di posticipare quest’operazione di due mesi».
Facendo partire la riorganizzazione a gennaio si sarebbe superato anche un problema logistico. «I portalettere – spiega la segretaria dei postali della Cisl – non sono stati attrezzati adeguatamente». Postini a spasso. E’ il rischio che corrono spesso i portalettere della provincia di Pordenone visto che i mezzi dati loro in dotazione sono appesantiti da migliaia di chilometri e hanno sempre più bisogno di manutenzione. «Abbiamo chiesto all’azienda di acquistare nuovi motorini – dice Loretta Loschi – ma al momento senza esito. I mezzi che oggi vengono utilizzati si guastano spesso, ma si continua a ripararli invece che sostituirli. Lavorare in queste condizioni è pericoloso per i portalettere stessi».
Con il nuovo orario, che prevede un’ora di lavoro in più e alcune zone nuove per ciascun portalettere, il volume di posta distribuito è maggiore. «I postini hanno quelle che in gergo chiamiamo le “alette” – spiega Loschi – per distribuire la posta da recapitare a seconda dei numeri civici. Visto che la corrispondenza aumenta servono alette più capienti. L’azienda le ha ordinate ma non arriveranno prima di fine gennaio. Motivo in più per attendere».