«Il Comparto unico sarebbe uno strumento utilissimo per far funzionare il sistema pubblico ma attualmente è un’inutile e costosa incompiuta. Non è stato decentrato alcun compito e alcuna funzione e nulla è cambiato nell’offerta pubblica di questa regione ai cittadini e alle imprese». È questo l’affondo del segretario generale della Cisl Udine,
Roberto Muradore che ha aperto la tavola rotonda “La pubblica amministrazione tra riforma e semplificazione al servizio dei cittadini e delle imprese”.
Un incontro al quale hanno preso parte come relatori l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Andrea Garlatti, il presidente di Confartigianato Udine, Carlo Faleschini, il sindaco di Udine, Furio Honsell, il segretario della Cisl FVG, Giovanni Fania, il direttore Gestione risorse umane dell’Azienda ospedaliero – universitaria di Udine, Maria Sandra Telesca, il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci e la conclusione dei lavori affidata a Giovanni Faverin, Segretario generale Nazionale della Funzione Pubblica Cisl.
Al centro del dibattito, anche la questione della semplificazione della macchina amministrativa, sulla quale è
intervenuto anche il segretario della Cisl con delega al Pubblico impiego,
Claudio Palmisciano:« Per quanto riguarda il mondo dell’impresa, la nostra richiesta è che gli investimenti per le nuove imprese non possono subire rallentamenti o limitazioni a causa dei ritardi burocratici. Occorre quindi semplificare radicalmente tutti i procedimenti funzionali a rilascio di autorizzazioni e concessioni varie».
Di semplificazione e riorganizzazione ha parlato in particolare l’assessore Garlatti sottolineando le due azioni sulle quali sta lavorando la Regione: equità e competitività. Si punta quindi, ha detto l’assessore al riassetto degli enti locali, ampliando il modello di gestione associata rafforzata previsto per i Comuni montani a tutto il sistema delle autonomie del Friuli Venezia Giulia, semplificazione dei meccanismi di trasferimento delle finanze pubbliche ed infrastrutturazione del sistema informatico.
Il segretario Fania ha chiesto all’assessore Garlatti di aprire con urgenza dei tavoli tecnici e procedere quindi con le riforme. Non si può, ha detto, «dopo aver investito 100milioni nel comparto unico, non fare una riforma istituzionale. Bisogna chiedersi, oggi qual è il ruolo delle Province e se certe scelte del passato di decentrare alcune competenze da Regione agli Enti intermedi siano state utili o meno. Serve coraggio politico per avviare questi processi, come in passato il Fvg ha già dimostrato di saper fare utilizzando bene la sua specialità. Quindi la strada giusta da riprendere è quella del coraggio di scelte in questo contesto». Sulla stessa linea anche Faverin che ha parlato della necessità di mantenere l’autonomia decisionale: «Se una regione come il Friuli Venezia Giulia non riesce a mantenere velocità e meno costi, l’autonomia resta solo una parola».
Di rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini ha parlato il sindaco di Udine, Furio Honsell che ha sottolineato la «necessità di mettere al centro il cittadino a partire dall’eliminazione delle liste d’attesa non solo nel campo della sanità».
A portare un esempio virtuoso di amministrazione pubblica è stato il direttore Gestione risorse umane dell’Azienda ospedaliero – universitaria di Udine, Maria Sandra Telesca: «Il problema riguarda anche i dirigenti, non solo la politica. Ben vengano cambiamenti a livello normativo, ma leggi e riforme sono anche troppe, è ora di dire basta e concentrarsi sui problemi reali. In questo il sindacato ha dimostrato di essere maturo capendo quali sono questi problemi».
Ma tra i protagonisti del tavolo organizzato dalla Cisl di Udine anche il mondo produttivo rappresentato presente con la grande e la piccola impresa. Sia il presidente di Confartigianato, Faleschini, sia quello di Confindustria, Luci hanno disegnato una situazione di pressione burocratica in cui «si è arrivati alla saturazione». Luci ha inoltre lanciato un appello al sindacato: «Non difendiamo comportamenti scorretti, non coprite atteggiamenti che non sono giusti e che danneggiano tutti, fate come noi che abbiamo espulso le imprese che pagavano il pizzo».
Muradore, ha sottolineato anche come sia «importante tutelare i lavoratori pubblici sul fronte contrattuale, ma come sia altrettanto decisivo ridare a questi lavoratori, che non sono fannulloni, dignità professionale, considerazione sociale, uno status che si addica a chi serve la comunità».
Infine, l’intervento conclusivo di Faverin che ha illustrato la scelta fatta a livello nazionale da parte della Cisl di accettare, suo malgrado, il blocco dei miglioramenti contrattuali per tra anni: «è stata una scelta di responsabilità, non c’è stata alcuna condivisione ma semplicemente ha prevalso la consapevolezza della difficile situazione attuale».