Pubblica amministrazione: situazione e nuove richieste
di Claudio Palmisciano, Segretario Territoriale Cisl Udine
E’ ormai più di quattro anni che la Pubblica Amministrazione e i suoi dipendenti si trovano, più di sempre, proiettati negativamente nelle cronache e nelle opinioni dei media nazionali e locali sia per l’esigenza di mettere mano ai diversi settori ed uffici pubblici, per renderli veramente in grado di rispondere presto e bene alla domanda di servizi da parte dei cittadini, ma anche per il modo, piuttosto discutibile ed estremamente penalizzante per i dipendenti pubblici, con cui si sta facendo fronte al problema della richiesta di efficacia ed efficienza.
In via preliminare si può affermare che il grado di funzionalità dei diversi uffici pubblici presenti sul nostro territorio è sicuramente buono e, in generale, l’indice di soddisfazione dei cittadini friulani, rispetto ai servizi ricevuti, è senza’altro positivo. Naturalmente, alcune punte di insoddisfazione sono ancora presenti a taluni aggiustamenti sono doverosi.
Ma oggi, nella situazione di difficoltà presenti a causa dell’aggravarsi della crisi economica, le pubbliche amministrazioni hanno un compito ancora più importante per contribuire, almeno in parte, a riavviare più velocemente i processi che possono portare la nostra società a navigare in acque più tranquille. Siamo già intervenuti in un’altra occasione (20-2-2010) sul Messaggero Veneto sugli aspetti sui quali il pubblico impiego può e deve portare un contributo di rilievo. Riteniamo di dover riprendere due questioni particolarmente importanti.
Nuove imprese. Finalmente si stanno iniziando a formulare le proposte necessarie. Recentemente lo stesso Presidente del Consiglio è intervenuto più volte sul tema arrivando a proporre l’introduzione di modifiche normative utili a consentire la possibilità di creare “impresa in un giorno”. La proposta punta tutto sull’azzeramento delle operazioni burocratiche necessarie in via preventiva, demandando a controlli successivi la verifica del rispetto delle norme. E’ una proposta che, in linea di principio, ci trova d’accordo salvo però tenere presente che i controlli successivi sollecitano la pubblica amministrazione ad essere ancora più puntuale e rigorosa nella effettuazione delle verifiche, con la introduzione di nuove procedure di accertamento e, addirittura, la apertura di nuovi servizi; si pensi alla costituzione dei cosiddetti uffici unici dove imprese e cittadini possano essere in grado di espletare tutte le procedure necessarie. Ciò, sia chiaro, richiede investimenti importanti in termini di personale, formazione, mezzi e attrezzature.
Appalti. E’ una delle rivendicazioni più importanti inserite da Cgil-Cisl-Uil di Udine nella piattaforma per lo sciopero del 19 marzo scorso. E’ un invito rivolto a tutte le pubbliche amministrazioni: procedere speditamente nell’assegnazione degli appalti e, ove possibile, aprire i relativi cantieri per dare un’importante boccata di ossigeno all’economia friulana. Non si tratta di rispettare i tempi massimi previsti dalle norme sull’espletamento delle procedure. Ciò che viene richiesto è uno sforzo importante prima di tutto ad utilizzare integralmente le risorse economiche già ascritte nei singoli bilanci degli Enti e delle Amministrazioni (non soldi in più quindi) e, poi, di accorciare al massimo i tempi necessari per la assegnazione degli appalti e per la effettuazione dei pagamenti correlati, evitando di chiudere gli esercizi finanziari con attivi di bilancio assolutamente ingiustificati in questo momento di particolare difficoltà. Anche questo, però, richiede un impegno importante sugli uffici pubblici, sia dal punto di vista organizzativo che su quello del personale e degli strumenti necessari, immaginando anche di riconvertire in senso positivo risorse impiegate in procedimenti obsoleti o assolutamente evitabili.
Le soluzioni necessarie vanno nella direzione opposta rispetto a quella dei tagli nella pubblica amministrazione previsti all’interno della manovra economica di giugno approvata recentemente dal Governo. La manovra mette sullo sfondo perfino le discutibili scelte di riforma portate avanti dal Ministro Brunetta sul pubblico impiego. Insomma, non c’è pace …
Anche la questione della sospensione della contrattazione nel pubblico impiego e nella scuola (a questi ultimi si aggiunge il blocco degli scatti di anzianità) fino al 2013, che viene presentata come un atto dovuto in quanto richiesto a livello europeo e già adottato da altri stati dell’Unione, è una cosa difficile da comprendere perché non si tratta di un sacrificio richiesto a tutti in quanto utile alla causa più generale. No, non si comprende perché non solo è un sacrificio pesantissimo che viene richiesto ad una parte del mondo del lavoro ma, soprattutto, perché vengono così negati anche elementi indispensabili per il buon funzionamento della macchina pubblica fra i quali la formazione ed il rinnovamento delle attrezzature.
Certamente non è il momento di ricorrere ad azioni di sciopero che porterebbero ad un ulteriore peggioramento delle condizioni dei lavoratori interessati con un inutile danno alla società però, almeno, è necessario mantenere aperte tutte le possibilità di confronto a tutti i livelli istituzionali perché solo con la condivisione dei problemi è possibile ritrovare le soluzioni necessarie per uscire dalle difficoltà senza farle ricadere solo su una parte dei cittadini.