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Quale scenario per il lavoro e l’economia della nostra provincia?

di Daniele Morassut, Segreteria UST CISL PORDENONE

Pordenone, 22 luglio 2008

Quale scenario economico e sociale si sta prefigurando per il dopo ferie? Questa è la domanda che molti si pongono e alla quale non è facile rispondere.

Il dibattito e le notizie riferite dalla stampa locale da alcune settimane sembra essere “altalenante”; a giorni si legge delle difficoltà “purtroppo vere” in cui versano molte nostre aziende che ricorrono alla cassa integrazione o alla riduzione del personale, altre notizie invece sembrano delineare uno scenario più ottimistico, ipotizzando che per la nostra provincia nel 2008 si chiuderà con almeno mille posti di lavoro in più sull’anno precedente.

Non ci resta che rimanere in attesa e vedere quel che accadrà! Davanti alle difficoltà che comunque registriamo, ci auguriamo che siano fatte quelle scelte da tempo rinviate.

Scelte che potremo riassumere in uno slogan: più qualità del lavoro, più qualità dell’impresa, più qualità di servizi e infrastrutture; raccogliendo così la sfida affinché il sistema produttivo pordenonese incentrato sul manifatturiero, sappia compiere quel miglioramento che la competizione internazionale impone.

Quel che è certo, è che la campagna elettorale nazionale e regionale è ormai alle spalle e con lei anche le promesse che sono state rivolte ai cittadini.

Con preoccupazione constatiamo che negli ambienti della politica e delle istituzioni riemerge un clima di scontro; anziché sforzarsi di pensare al bene comune, concetto che dovrebbe riguardare in particolare gli uomini che si occupano di politica e delle istituzioni, si torna allo scontro ed alla contrapposizione.

Si litiga e si trova da ridire su quasi tutto, così a qualcuno avanza il tempo per continuare a “farsi gli affari propri”.

Le priorità per noi sono il rilancio dell’economia del Paese, l’esigenza di rilanciare salari e pensioni, la riduzione della pressione fiscale specie verso le famiglie ed i lavoratori.

Il voto dei cittadini ha decretato sia a livello nazionale sia regionale, responsabilità di governo e controllo dell’opposizione. A distanza ormai di qualche mese, ben poche sono le scelte che per davvero sono state fatte per consentire in particolare alle famiglie di lavoratori e pensionati di difendere il proprio tenore di vita con i salari sempre più falcidiati dai continui incrementi del costo della vita, e un tasso d’inflazione che non si vedeva più da almeno 12 anni, (a Pordenone secondo i dati ufficiali sopra il 3,54%,).

Gli incrementi dei prezzi più significativi, riguardano spese per la casa, trasporti e alimentari.

I prezzi dei carburanti e delle tariffe elettriche hanno ormai raggiunto livelli stellari, e con ciò naturalmente crescono le difficoltà di imprese e famiglie a far quadrare i conti.

Di questo passo, i lavoratori ed i pensionati s’impoveriscono sempre di più, ma anche lo stesso sistema produttivo subisce il pesante gap competitivo soprattutto per la crescita dei prodotti energetici e delle materie prime.

I principali indicatori economici sulla nostra crescita indicano per il 2008 un calo, dal previsto 1,5% allo 0,3%, quindi nuovamente vicini allo zero di qualche anno fa.

Gli altri grandi paesi Europei, prevedono una  crescita al 1,3% contro una previsione del 1,6%.

Le difficoltà riguardano tutti, ma come sistema Paese siamo più in difficoltà degli altri, a causa del fatto che si continua a rinviare le scelte che devono essere fatte.

Anche il Nord Est, mostra segni di sofferenza nonostante che durante questi anni sia stato in controtendenza rispetto al resto d’Italia.

In ogni caso l’apparato produttivo delle aziende della nostra provincia continua ad essere molto forte, minore produttività, non significa per forza minore redditività delle imprese, basta guardare ai bilanci di questi anni e ci si rende conto che gli investimenti fatti, sul processo e sul prodotto, e il rinnovo delle reti commerciali ha prodotto risultati buoni sopratutto per le esportazioni.

Ciò dimostra che un futuro per il manifatturiero della provincia di Pordenone esiste.

Non stracciamoci le vesti se sono cancellate e scompaiono aziende che non innovano sui prodotti, sulla compatibilità ambientale, sulle risorse umane, attraverso un più puntuale investimento in formazione e sulla sicurezza e tutela della salute dei lavoratori.

Far ripartire i consumi, (attraverso un consistente incremento dei salari soprattutto per quelle aziende che hanno incrementato i profitti), restituire il FISCAL DRAG (le tasse pagate in più per effetto dell’inflazione per lavoratori e pensionati) sono questioni che non possono più essere rinviate.

Continuare a tenere fermi salari e pensioni sarebbe devastante per i diretti interessati ed anche per l’economia nazionale che di fatto, è ferma.

In attesa … buone vacanze a tutti, soprattutto alle famiglie che non si potranno permettere viaggi e crociere, ma che aspettano appunto quelle scelte…per il bene di tutti.