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RAZIONALIZZAZIONE DELLE POSTE, LA CISL MOBILITA LA POLITICA

La Cisl dell’Alto Friuli, assieme alla Slp Cisl regionale, chiama a raccolta la politica con l’obiettivo di fare quadrato contro la razionalizzazione delle poste. L’iniziativa di sensibilizzazione – la prima di una serie al vaglio del Sindacato – non poteva che partire dalla montagna, il territorio più penalizzato, se si considera che delle 21 chiusure ipotizzate per il Friuli Venezia Giulia, 10 riguarderebbero la provincia di Udine e di queste ben 7 il comprensorio dell’Alto Friuli. Stesso discorso per le razionalizzazioni che, laddove fossero confermate, interesserebbero 11 uffici della Carnia, su 23 dell’intera regione. Numeri che allarmano la Cisl, che dopo la raccolta firme del 2010 (3.800 all’epoca consegnate nelle mani dei presidenti Tondo e Fontanini, oltre che ai vertici dell’Anci), punta dritto alla politica per salvare un servizio fondamentale per il territorio e per i cittadini, specialmente anziani per quanto riguarda la montagna. “Come Cisl – conferma il segretario dell’Alto Friuli, Franco Colautti – crediamo che il territorio debba mostrarsi compatto rispetto al tema delle poste e che le azioni di singoli comuni, che in questi mesi si sono rincorse, debbano essere sostituite da un’azione collettiva ed univoca”. Insomma, per la Cisl solo assieme si può pesare nei confronti dell’azienda Poste Italiane. “Dopo le razionalizzazioni, che già hanno creato notevoli disagi per i cittadini in particolare della montagna, ci risiamo con un nuovo piano aziendale, che dovrebbe risollevare le sorti di un’azienda che anche nel 2011 ha dichiarato 800 milioni di utili” – commenta il segretario della Slp, Domenico La Rocca. “Anziché parlare di razionalizzazione – aggiunge – ragioniamo non solo di potenziare il servizio, perché ci sono diversi presidi anche nella nostra regione dove ci sarebbe la necessità di attivare il secondo turno, ma anche di trattare a livello regionale il futuro del servizio”. “Ci auguriamo – conclude – una serie presa di posizione di tutte le forze politiche ed istituzionali per poter trovare assieme soluzioni tali da non far perdere diritti di cittadinanza ai nostri corregionali e salvare un’occupazione di grande valore sociale”. Una preoccupazione, quella del Sindacato, condivisa da tutti gli amministratori locali presenti al vertice cislino (Artegna, Montenars, Trasaghis, Chiusaforte, Dignano, Arta Terme, Verzegnis, Majano, San Daniele, Resia) ed incrementata dai numeri storici: prima delle chiusure, infatti, gli uffici in provincia di Udine erano 199, di cui 77 in Alto Friuli. Oggi, nel comprensorio montano, ne restano aperti 68, di cui 19 già razionalizzati e con le nuove ipotesi avanzate dall’Azienda potrebbero scendere a 57 di cui 30 razionalizzati (vedi tabella allegata). Fronte comune, dunque, sotto l’avvallo dell’Anci (rappresentato a Gemona dal segretario regionale, Fabbro) ed un appello: concertare con l’azienda a livello locale i servizi per evitare di depauperare il territorio. Ma c’è di più, da parte dei sindaci, succubi di scelte calate dall’alto e spesso tenuti all’oscuro delle decisioni dell’Azienda. “Torniamo a lanciare messaggi forti – incalza il primo cittadino di San Daniele, punto nel vivo rispetto al presidio di Villanova – basta parole, torniamo a fare manifestazioni concrete”. Servono – per i primi cittadini – tavoli di fatto, ma non “romani” ed energiche azioni congiunte; ma servono anche – per il sindaco di Montenars – parlamentari (friulani) più attenti”. Un tavolo forte governo centrale – Regione è la ricetta del consigliere Marsilio per rilanciare la concertazione locale ed il ruolo del territorio; per Baritussio vanno cercate controproposte valide per i singoli territori. Insomma salvare le poste – emerge dall’incontro odierno – è una questione di principio, a tutela dei diritti di tutti, perché dopo il Tribunale e prima delle piccole farmacie (tema sollevato dal consigliere Enio Agnola di IdV) il territorio non continui ad essere depauperato ed abbandonato dallo Stato.
PS Oltre ai sindaci menzionati, erano presenti: i consiglieri regionali Marsilio, Agnola, Della Mea e Baritussio e il segretario regionale dell’Anci, Alessandro Fabbro.

Mariateresa Bazzaro
Ufficio stampa Cisl Fvg