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San Floriano, nubi sul futuro del parco

Il Parco di San Floriano potrebbe tornare a essere gestito direttamente dalla Provincia. Ma il passaggio dalla Regione (la mega-area verde di Polcenigo è attualmente gestita dalla Saasd, società in via di scioglimento che per il 51 per cento fa capo all’Ersa – e quindi alla Regione – mentre per il 49 per cento alla Provincia) all’ente di largo San Giorgio non è affatto scontato. Le nubi che si addensano sull’europarco della pedemontana sono causate dai "chiari di luna" finanziari della Regione che ha pronto un piano di riorganizzazione delle aziende agricole. Ed è prioprio sul capitolo delle risorse economiche che si giocherà la possibilità di giungere a un accordo – si parla dei mesi autunnali – per il ritorno del parco sotto la gestione della Provincia. Che ha tutta l’intenzione di riprendersi in carico la struttura che ha gestito dal 1980 fino a quattro anni fa, quando ci fu il passaggio delle aziende agricole provinciali all’Ersa del Friuli Venezia Giulia. Ma – precisa l’ente guidato da Alessandro Ciriani – questo sarà possibile solo con un equo e corrispettivo trasferimento di risorse da parte della Regione. In caso contrario? Nessuno lo sa, ma circola anche l’ipotesi chiusura.
Sulla vicenda, intanto, sale anche la preoccupazione dei dipendenti che operano a San Floriano. Personale che si prende cura degli animali, dei boschi e delle coltivazioni. Oltre alla foresteria che conta una trentina di camere in grado di ospitare scolaresche o gruppi di eco-turisti. A essere preoccupata è la Cisl che ha chiesto – una quindicina di giorni fa – un incontro urgente sia alla Regione che alla Provincia. «Abbiamo chiesto di capire – spiega Andrea Menegoz, segretario provinciale della FAI, la categoria degli addetti del comparto agricolo – a che punto sono le trattative e quali saranno le prospettive per una struttura che è molto importante per tutto il territorio provinciale e che non possiamo perdere. C’è preoccupazione tra il personale che in molti anni ha gestito con cura e passione un’area verde pubblica in cui si fanno molteplici attività utili e aperte alla cittadinanza. Siamo pronti a mobilitarci».
«Le preoccupazioni del personale – sostiene l’assessore all’Agricoltura, Michele Boria – sono prese in considerazione dalla Provincia. Ma fino a questo momento la partita è ancora tutta aperta e perciò le risposte sul personale, così come sul trasferimento delle risorse e della gestione, devono arrivare dalla Regione che a oggi è l’"azionista di maggioranza". Siamo profondamente convinti e intenzionati a gestire nuovamente in proprio la struttura che è un importante "gioiello" ambientale della nostra provincia. D’altra parte l’ente lo ha gestito per moltissimi anni e nel ’98 lo ha fatto anche entrare tra i parchi riconosciuti a livello europeo. Stiamo lavorando con la Regione al fine di poter trovare una soluzione sulle risorse poiché la Provincia non è in grado, con il bilancio attuale, di gestire la struttura e i sei dipendenti».
Un possibile percorso – sul quale però l’assessore preferisce non sbilanciarsi poiché il confronto è aperto – potrebbe prevedere la riassunzione di tre addetti da parte della Provincia, mentre altri tre potrebbero essere ricollocati dalla Regione. Ma su questo non c’è alcuna certezza: il capitolo personale rientra nell’eventuale accordo complessivo sul trasferimento.

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