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Sburocratizzazione e favorire l’innovazione la «ricetta» della regione contro la crisi

IL RESOCONTO. Tra i presenti, oltre alla Provincia di Udine, Confartigianato, Confindustria e Sindacati (Cgil-Cisl-Uil)

Stilato l’elenco esaustivo delle azioni poste in essere dalla Regione per aiutare le aziende a superare la crisi e agganciare la ripresa economica: dalla semplificazione amministrativa alla defiscalizzazione, dal marketing territoriale all’accesso al credito, dal sostegno allo sviluppo, alla internazionalizzazione, al nuovo assetto di Friulia. È questa la sintesi della relazione presentata dall’assessore alle attività produttive, Federica Seganti, nel corso dell’incontro avvenuto ieri a Palazzo Belgrado con il Comitato provinciale per l’economia e il lavoro (organo che riunisce categorie economiche, sindacali e Camerali provinciali). Oggetto dell’incontro era la discussione dei contenuti del documento "Obiettivo Friuli: 10 proposte per il rilancio della Regione", presentato dal Comitato all’attenzione dell’esecutivo regionale nel dicembre scorso.
 
LA SEGANTI. L’assessore regionale, invitata ad un confronto su tematiche rilevanti per il futuro economico del Friuli, ha confermato che la Regione sta affiancando il sistema impresa con azioni concrete e correlate con le reali esigenze emerse dai tavoli di lavoro e dal dialogo costruttivo con i rappresentanti di categoria. La Seganti ha affrontato tematiche quali lo sviluppo del marketing territoriale, l’internazionalizzazione e l’aggregazione delle imprese, il ruolo di Friulia quale erogatore di servizi reali alle aziende oltre che di supporto finanziario. Per quanto riguarda la problematica dell’accesso al credito (di cui è in fase di studio avanzato un disegno di legge per la riorganizzazione degli strumenti), è stato evidenziato lo spostamento da 10 a 15 anni del rientro dei fondi del Frie e un allungamento da 36 a 60 mesi della durata massima del canale agevolativo della legge regionale 23/2001; la realizzazione del fondo per le co-garanzie in risposta a Basilea 2 e 3; le risorse aggiuntive a tutti i Fondi di rotazione (35 mi­lioni di euro) per il consolidamento e per gli investimenti. La Regione Fvg, inoltre, è impegnata nella velocizzazione e nella semplificazione amministrativa, nella razionalizzazione degli interventi e degli iter agevolativi e nel so­stegno all’internazionalizzazio­ne.
 
LE REAZIONI. Consenso unanime da parte dei presenti nei confronti del lavoro svolto dalla direzione regionale Attività produttive; gli assessori provinciali Franco Mattiussi (attività produt­tive) e Daniele Macorig (lavoro, formazione e agricoltura), in particolare, hanno apprezzato la con­cretezza e l’efficacia dei provvedimenti a sostegno del mondo imprenditoriale, suggerendo una simile impostazione anche a sostegno dell’occupazione. Riguardo al settore specifico della formazione, Macorig ha rinnovato alla Regione la richiesta di trasferire alla Provincia, anche in forma graduale, la competenza per la formazione professionale evidenziando, a esempio, l’efficacia di percorsi formativi mirati progettati in via sperimentale. Questa richiesta è stata appoggiata anche dal presidente di Confartigianato Udine, Carlo Faleschini, il quale ha rilevato la necessità di sostenere nelle scuole percorsi formativi che si rifanno all’apprendistato, argomento inserito nel ddl per L’artigianato con la rivalutazione della bottega-scuola e del mastro-artigiano. Parere positivo sulle misure sin qui poste in essere dalla Regione è stato espresso anche dal direttore della Confindustria di Udine, Ezio Lugnani, e dai rappresentanti sindacali presenti. In particolare, Roberto Muradore della Cisl, ha citato la velocizzazione degli adempimenti, lo stimolo alle imprese a fare rete e l’attenzione riservata alle microimprese. Alessandro Forabosco della Cgil e Franco Colautti della Cisl Alto Friuli, hanno ribadito l’importanza dei consorzi industriali, mentre Ferdinando Ceschia della Uil, ha auspicato il varo, da parte della Regione, di una strategia di pianificazione industriale.

Fonte: «Il Quotidiano del Friuli Venezia Giulia»  (19 maggio 2011)
Gaetano Spataro

 
LA RICHIESTA
«Pieni poteri sulla formazione»
Ecco l’appello della Provincia alla Regione per l’emergenza lavoro   
Lo aveva chiesto lo scorso anno il presidente Fontanini, ma non gli fu data risposta. E ora, ad alzare la voce è uno dei suoi assessori, Daniele Macorig, che ribadisce il concetto: il trasferimento dalla Regione alla Provincia della competenza sulla formazione professionale. E questa volta a dar man forte all’ente intermedio è anche Confartigianato, con il suo presidente Carlo Faleschini. La richiesta è arrivata ieri nel corso dell’incontro tra l’assessore regionale alle Attività produttive, Federica Seganti e il Comitato provinciale per l’economia e il lavoro (organo che riunisce categorie economiche, sindacali e Camera di commercio). Un vertice che aveva al centro la ricognizione sulle attività svolte nell’ambito del programma "Obiettivo Friuli", ossia un decalogo che le categorie, insieme alla Provincia di Udine, aveva consegnato a fine 2010 per risollevare le sorti dei comparti dell’artigianato, dell’industria e del commercio. L’assessore Seganti ha dunque illustrato le operazioni poste in essere dalla Regione, in particolare in materia di semplificazione amministrativa, defiscalizzazione, marketing territoriale, accesso al credito, sostegno allo sviluppo e all’internazionalizzazione. Tutti settori nei quali l’azione della Regione è stata riconosciuta sia dalle parti sindacali, sia dalla Provincia. Unico neo, appunto, la questione delle competenze: «Resta importante per la Provincia, gestire la formazione professionale, quindi l’auspicio è che passi dalla Regione ai nostri uffici» ha dichiarato Macorig. Dal versante sindacale, invece, la preoccupazione per i posti di lavoro. Per le aziende, ha detto Roberto Muradore, segretario Cisl Udine, «peggio di così non può andare, per il lavoro, invece, può ancora peggiorare se non diamo risposte celeri». Preoccupazione condivisa anche dai segretari di Cgil e Uil, Alessandro Forabosco eFerdinando Ceschia. Per il settore industriale, invece, sia Ezio Lugnani, direttore di Confindustria Udine, sia Franco Colautti, segretario Cisl Alto Friuli, hanno espresso preoccupazione per la zona industriale Cipaf.
 
Gianpiero Bellucci
Fonte «Messaggero Veneto» (19 maggio 2011)