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SCIOPERO 25. INTERVENTO RSU CISL ELECTROLUX

Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Elisabeth Fanella e, per chi non mi conosce, sono una rsu fim dell’Electrolux di Porcia.
In questi giorni le notizie su Electrolux sono sempre piu’ drammatiche.
Dall’annuncio degli esuberi di questi anni, siamo ormai passati alla investigazione sugli stabilimenti italiani che significa sostanzialmente andare verso la chiusura.
E tra i 4 stabilimenti italiani, quello che rischia di piu’ e’ quello di porcia a causa di un prodotto piu’ esposto degli altri alla concorrenza di prodotti a basso costo del lavoro.
Sono rientrata ieri sera da berlino dove si e’ svolto il comitato aziendale europeo di Electrolux.
Mentre in italia cercano di minimizzare la portata delle loro azioni, a berlino senza tanti problemi ci hanno fatto capire che se le cose resteranno cosi’, Electrolux lascera’ il nostro paese e si proiettera’ con ancor piu’ determinazione verso l’est europa.
Io sono preoccupata non solo come sindacalista, ma soprattutto, come mamma e come cittadina.
Electrolux, e prima ancora Zanussi, ha significato lavoro e sviluppo in questo territorio, e per tante famiglie di lavoratori e per i lavoratori stessi ha significato avere dignita’.
Migliaia di famiglie sono legate al nome Zanussi, al nome ideal standard. E’ impensabile un futuro pordenonese senza questi stabilimenti.
Noi siamo in fabbrica a lavorare con dignita’. Vogliamo continuare a farlo.
Molti di noi non sarebbero in grado di fare altro.
E per molti, non ci sarebbe il tempo di riconvertirsi professionalmente.
Si parla molto della disoccupazione giovanile, ed e’ giusto.
Ma non e’ meno importante la disoccupazione dei cinquantenni che non avranno nemmeno la possibilita’ di riorganizzarsi.
Si dice che questo e’ un problema non solo regionale ma nazionale.
Capisco. Ma la domanda che mi faccio e che faccio alle istituzioni e’ se qualcuno a livello governativo ha l’intenzione di occuparsi di mondo del lavoro.
Mi sembra che la politica nazionale sia molto distratta da cose che se paragonate al lavoro e ai lavoratori non possono avere la precedenza.
C’e’ bisogno di una risposta come paese.
Qualcuno di piu’ esperto di me potrebbe dire che c’e’ bisogno di politiche industriali, magari divise per politiche di settore.
Nessuno pensi di tirarsi indietro rispetto alle proprie responsabilita’.
In questi ultimi 4 anni i lavoratori hanno messo in gioco pezzi di salario, riduzioni di orario e sforzi produttivi di ogni tipo.
E siamo qui in questa piazza a dire che noi ci siamo e ci saremo per fare la nostra parte.
Ma in questi giorni ho sentito da qualcuno, che ha responsabilita’ istituzionale, dei messaggi non incoraggianti.
Ho sentito messaggi di rassegnazione.
Io non accetto questi toni.
Non si tocca la Zanussi. E aggiungo: non si tocca l’Ideal Standard.
Due simboli importanti della nostra storia territoriale.
Tutti dobbiamo impegnarci in questa direzione.
Se qualcuno non se la sente si faccia da parte e lasci spazio a chi ha voglia di lottare.
Abbiamo bisogno di sentirci aiutati, sostenuti: il sindacato, la politica locale e i rappresentanti delle categorie del lavoro. Tutti insieme.
Ma qui oggi non difendiamo solo la Zanussi e l’Ideal Standard.
Noi qui oggi continuiamo una lotta per difendere un territorio, una regione che deve reagire perche’ puo’ farlo.
Oggi lanciamo un primo messaggio.
Siamo pronti a lanciarne altri anche piu’ determinati.
Viva la Zanussi.
Viva l’Ideal Standard.
Viva l’orgoglio di Pordenone e del Friuli Venezia Giulia.