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SCUOLA. PASSATO IL TEMPORALE, SI EVIDENZIANO I DANNI

“Come Cisl Scuola lo andiamo dicendo fin dalla pubblicazione delle linee guida sulla buona scuola: questo piano di assunzioni, buttato giù in modo frettoloso, è sbagliato, incompleto, ingiusto. Finita la propaganda, ora si può vedere qual è veramente la realtà dei fatti: passato il temporale, verrebbe da dire, si evidenziano i danni”. A parlare è il segretario della Cisl Scuola, Donato Lamorte, che fa il punto anche sulla situazione regionale. “Nessuno degli obiettivi dichiarati in partenza potrà dirsi raggiunto” – commenta. In Friuli Venezia Giulia, infatti, era prevista (da tabella 1 Miur) la possibilità di fare nelle cosiddette fasi 0 e a), 825 assunzioni in ruolo: alla fine delle operazioni, ne sono state fatte 571, quindi ben 254 verranno restituite alle fasi nazionali b) e c). Le graduatorie ad esaurimento non sono state “svotate” come solennemente annunciato dal Governo il settembre scorso. La conseguenza è che continueremo ad aver bisogno di assumere supplenti. Ma se c’erano e ci saranno questi posti, perché non si sono voluti stabilizzarli, costringendo invece le persone a spostamenti forzosi? Dei circa 2300 precari presenti nella GaE (Graduatorie ad Esaurimento) del Friuli V.G., solo 980 hanno scelto di presentare domanda per le fasi nazionali b) e c). La transumanza predisposta per legge viene vissuta dai precari con un grande patema d’animo e con il cappio al collo.
Come si fa a dire che i precari della scuola pretendono il lavoro sotto casa, quando sono abituati da sempre ad andarlo a cercare là dove le opportunità di impiego esistono? E come ignorare che quando non lo fanno, non è certo per capriccio o amor di quieto vivere, ma per impedimenti che chiunque, non dovrebbe faticare a immaginare? Come si fa ad accettare un ruolo se sfortunato a 700 o più chilometri da casa dopo 10 o anche 15 anni di precariato nelle nostre province? Ecco cosa succede quando si ignora del tutto il vissuto che si cela dietro ai numeri degli aspiranti in una graduatoria.
Quello della mobilità forzata, come avevamo denunciato da subito, è solo uno degli effetti di un piano di scarsa razionalità e con profili evidenti di ingiustizia, fondato sulla spasmodica ricerca di clamorosi effetti mediatici, non certo sulle reali esigenze della nostra scuola. Un edificio privo della necessaria stabilità, costruito partendo dal tetto anziché dalle fondamenta.
Per il personale ATA ancora peggio, nessuna immissione in ruolo e neanche contratti annuali, ma fino all’avente diritto, in attesa della transumanza del personale delle province soppresse. 
Il Miur, sordo come un mulo -prosegue la nota dlla Cisl Scuola – non ha voluto ascoltare, ha proseguito nel suo intento, come se i precari Ata, che da anni aspettano la stabilizzazione prevista per giunta dalla corte di giustizia europea, non esistano.
Una situazione paradossale che mette in grosse difficoltà organizzative e funzionali scuole della regione ed emargina i precari, che da anni con il loro impegno e sacrificio aiutano le istituzioni scolastiche a fare bene, ad un ruolo di comparsa in un uso e getta. 
Noi chiediamo che per questo personale siano effettuate le immissioni in ruolo almeno a coprire il turn over, e nelle more dell'autorizzazione, vadano disposte le supplenze su tutti i posti disponibili, per consentire un avvio dell'anno scolastico normale.
“La Direzione del personale del Miur ha dato disposizioni a mio avviso illegittime di assegnare le supplenze ai sensi dell’articolo 40, comma 9 della legge 449/97” – commenta ancora Lamorte. Questa procedura, già dannosa in sé per la continuità del lavoro ATA nelle scuole, comporta ovunque ma specialmente nelle province, caratterizzate da moltissime Istituzioni scolastiche, il mancato rispetto dei diritti degli aspiranti inclusi nelle graduatorie permanenti.
Si tratta di un modo di procedere meramente burocratico che ignora i diritti dei lavoratori e la stessa legge di Stabilità, che non blocca i posti, ma si imita a congelare i profili relativi alle qualifiche amministrative di tutte le pubbliche amministrazioni ignorando, peraltro, il fatto che, per le specificità del comparto scuola, ben difficilmente il personale in mobilità delle soppresse Province, potrebbe essere destinato a tali posti e poi in Friuli Venezia Giulia ancora meno in quanto negli Enti Locali vige il Comparto unico.

Ufficio stampa Cisl FVG