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SCUOLE TROPPO AFFOLLATE, PARTE LA RACCOLTA FIRME

Il sindacato unito lancia la raccolta firma per fermare, e poi modificare, il piano scolastico regionale 2012-13. Una volta messe in fila le sottoscrizioni, le spedirà, oltre che al ministero dell’Istruzione, a Renzo Tondo e ai presidenti delle Province, anche a Giorgio Napolitano per denunciare una situazione «insostenibile» in cui l’istruzione «viene considerata ancora una volta un costo superfluo e non, come dovrebbe essere, un investimento per il futuro dei giovani». A Udine, in conferenza stampa, le categorie, rappresentate dai segretari regionali Natalino Giacomini (Cgil), Donato Lamorte (Cisl), Ugo Previti (Uil), Giovanni Zanuttini (Snals) e Massimo Vascotto (Gilda), mettono sul tavolo i numeri. Quelli di un dietrofront della Regione, affermano, rispetto alle promesse di rispettare il dettato nazionale, recepito pure in una delibera di giunta poi disattesa. Sono 15, di cui 11 in provincia di Udine (5 nel capoluogo e poi Codroipo, Fiumicello, Manzano, Pozzuolo, San Daniele e Tolmezzo) e 4 nel Pordenonese (Cordenons, Maniago, Sacile e San Vito al Tagliamento), gli istituti scolastici sovraffollati, vale a dire con un numeri di alunni superiore al tetto massimo di 1200 unità. Secondo il piano di dimensionamento della rete scolastica 2012-13, la Regione intende passare da 195 a 180 istituti. Nel dettaglio, se prima della delibera la rete era formata da 129 autonomie e 66 istituti, la nuova mappa prevede 74 autonomie, dunque 55 in meno, e 106 istituti comprensivi, 40 in più rispetto al quadro precedente. Ma di questi ultimi, è l’accusa dei sindacati, ben 15 superano i 1200 alunni, con le punte massime di Codroipo (1874) e Sacile (1684). «Gli enti locali sono andati per i fatti loro». L’obiettivo, di conseguenza, non è solo quello di una nuova delibera, ma anche di imporre a Province e Comuni il rispetto dei tetti previsti da quella già approvata. Sulla base della normativa nazionale, lo scorso 9 settembre, ha ricordato Giacomini, la giunta regionale ha deliberato criteri e procedure per il piano di dimensionamento, fissando appunto la soglia massima per gli istituti comprensivi di nuova formazione, e un mese dopo l’assessore competente Roberto Molinaro «ci ha rassicurato: il limite dei 1200 alunni sarebbe stato applicato in modo rigoroso e puntuale». E invece no, hanno tuonato ieri i segretari di categoria. La giunta, «contraddicendo sé stessa, ha dato avvio a istituti comprensivi sovradimensionati, senza nemmeno tener conto che il prossimo anno gli attuali Centri territoriali permanenti, che in futuro diventeranno Centri provinciali di istruzione per adulti, resteranno probabilmente in capo alle istituzioni scolastiche esistenti, per cui il numero complessivo degli studenti iscritti in alcuni istituti supererà ampiamente le 2mila unità. Ma con quale vantaggio per gli alunni, le famiglie, i lavoratori della scuola e il servizio stesso?». Di qui l’appello a sottoscrivere la petizione contro il piano scolastico regionale. L’obiettivo è di raccogliere il maggior numero possibile di firme, per bloccare questo tipo di dimensionamento e convincere l’assessore Molinaro a riscrivere una nuova mappa della rete, con il pieno coinvolgimento dei lavoratori della scuola e tenendo conto anche delle indicazioni delle famiglie. «A risentirne – spiega il sindacato – sarebbero innanzitutto i livelli di sicurezza e sorveglianza, così come la qualità del servizio, con un numero di alunni per classe che rischia di aumentare ulteriormente e una rete sempre più slegata dalle esigenze del territorio». Ma, in un mese e mezzo di raccolta firme, si punta anche ad allontanare lo spauracchio di nuovo tagli, sia tra il personale tecnico e amministrativo che tra i docenti. Non solo: secondo Cgil, Cisl, Uil, Snals e Confsal non è neppure garantita la presenza di dirigenti in grado di gestire i nuovi istituti comprensivi.