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SECCO NO AL PIANO DI DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO

Martedì 24 gennaio i segretari regionali di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals – Confsal e Gilda Unams hanno incontrato, a Trieste, i rappresentanti dei Gruppi consiliari del Consiglio regionale per illustrare la posizione dei sindacati in merito al piano di dimensionamento della rete scolastica del Friuli Venezia Giulia per l’anno scolastico 2012/2013, piano proposto dagli Enti Locali alla Regione che lo ha approvato il 23 gennaio scorso.
A questo proposito, le segreterie regionali esprimono forte contrarietà sia per aver saputo, in occasione della riunione, che il piano era già stato approvato dalla Giunta regionale prima dell’incontro con i rappresentanti dei Gruppi consiliari, sia perché i rilievi che il 9 gennaio scorso le segreterie regionali avevano evidenziato all’Assessore Molinaro non sono stati accolti, tant’è che, salvo modifiche non rilevanti, il piano presentato allora dall’Assessore ai sindacati e quello approvato successivamente dalla Giunta sono identici.
Nella riunione con i Consiglieri regionali le organizzazioni sindacali hanno criticato con forza il piano di dimensionamento presentato dai Comuni e dalle Province alla Regione. La contrarietà di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals – Confsal e Gilda Unams si fonda sul fatto che, in numerosi casi, gli istituti comprensivi previsti dal piano superano, anche di molto, il limite generale di 1000 alunni stabilito a livello nazionale come requisito per l’autonomia scolastica, ed anche quello di 1200 previsto dalla delibera sui piani di dimensionamento approvata a settembre dalla Giunta regionale. In particolare ben sette istituti comprensivi della provincia di Udine e quattro di quella di Pordenone superano i 1200 allievi, raggiungendo anche i 1800, il tutto aggravato dal fatto che alcune scuole hanno più di 10 sedi o plessi. Colpisce il fatto che alcuni Comuni delle province di Udine e Pordenone, sulla base di fini politici non comprensibili, abbiano fatto delle scelte in contrasto con gli “indirizzi e criteri” indicati dalla Regione e tali da determinare una serie di ricadute negative sulle scuole. Infatti, a giudizio delle OO.SS., il piano è tale da determinare un’ulteriore perdita di personale docente, in quanto le classi potrebbero diminuire per effetto della concentrazione delle istituzioni scolastiche, e ATA, a causa dell’applicazione di parametri nazionali di calcolo che, in particolare per i collaboratori scolastici, sono costruiti sui parametri di 1200 alunni e di 11 plessi. Una riduzione di personale che, aggiungendosi a quella subita negli anni scorsi dal sistema scolastico della regione, comprometterà il funzionamento e la gestione delle scuole, la qualità dell’offerta formativa e renderà più difficile la vigilanza e la sorve-glianza degli alunni, soprattutto nella scuola dell’infanzia e primaria.
Al termine dell’incontro le OO.SS. regionali, lamentato il mancato accoglimento dei loro rilievi da parte dei soggetti politici competenti a definire la rete scolastica, hanno chiesto ai rappresentanti dei Gruppi consiliari del Consiglio regionale di assumere le iniziative che riterranno opportune, affinché la Giunta regionale riesami e modifichi il piano di dimensionamento nell’ottica della salvaguardia della qualità del sistema scolastico regionale.

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