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SEMPLIFICARE, PRIMO PASSO PER IL RILANCIO DEL BOSCO

Negli ultimi cinque anni sono ormai ciclici gli appelli a fare della filiera bosco-legno una leva di sviluppo per la montagna friulana: continuiamo a leggere statistiche che mettono in risalto le opportunità derivanti dal nostro patrimonio boschivo platealmente sottoutilizzato; apprendiamo quanto siano più scaltri gli austriaci a servirsi di questa risorsa, tra l’altro attingendo a bani basse tra le nostre valli alpine; lanciamo appelli eppure di risultati, salvo qualche eccezione, nemmeno l’ombra.
Cosa c’è dunque che non funziona? “Il quadro legislativo e burocratico, senz’ombra di dubbio” sottolinea Franco Colautti, segretario della Cisl Alto Friuli.
“Non è possibile che la gestione e la competenza dei boschi in Alto Friuli sia ancora frazionata tra privati e comuni, comunità montane, Usi civici, Consorzio Boschi Carnici, Legno Servizi, ispettorati forestali – elenca Colautti –. Ecco quindi che prioritariamente se la Regione ha a cuore questo settore e le sue potenzialità, deve assolutamente mettere mano alla sua legislazione, semplificando e sburocratizzando prima di ogni altra cosa. Ci sono casi infatti di realtà come per esempio gli usi civici che per ottenere l’ok regionale per l’attività di esbosco devono ricorrere a trafile procedurali infinite”.
“E successivamente – prosegue Colautti – c’è la necessità di riprendere in mano attraverso una revisione, l’eccessiva parcellizzazione delle proprietà delle aree montane nonché gli interventi nella viabilità forestale, richieste queste che gli operatori del settore vanno reclamando da decenni. Poi ben vengano i progetti di associazioni di categoria ed imprenditori privati, e su questi la Cisl Alto Friuli ha già dato la propria disponibilità alla delegazione Confindustria di Tolmezzo per sostenere i progetti elaborati in questi anni, ma senza una pulizia degli iter e degli enti preposti saremo sempre a leccarci le ferite”.