SIAP, UN ALTRO PEZZO DI INDUSTRIA GORIZIANA CHE SE NE VA
E’ un altro pezzo di industria goriziana che se ne va, consegnando la città di Gorizia ad una drammatica desertificazione: la chiusura della Siap, storica azienda del gruppo Carraro, lascia sgomenti all’interno del Sindacato. “Siamo estremamente preoccupati per le 70 famiglie messe in ginocchio da questa decisione scellerata ed anche per le conseguenze che si registreranno su un territorio sempre più sacrificato all’industria” – commentano amareggiati i segretari di Cgil e Cisl, Paolo Liva e Umberto Brusciano. “Siamo di fronte all’ennesima chiusura, ma quello che fa più rabbia è che ancora una volta i lavoratori pagano il prezzo salatissimo di piani industriali traditi o mancati e di una finanza spietata che non tiene in conto valori e persone”. Non va, infatti, giù che la chiusura della Siap sia la risposta del gruppo Carraro a banche, azionisti e soci che per rilanciare il gruppo chiedono riduzione dei costi, guarda caso quelli più semplici da individuare , ovvero il“il personale”. Grande sforzo!. ”E’ una situazione paradossale” – rincarano Luva e Brusciano. “Per rispondere alla banche oggi si preferisce licenziare anziché proporre piani industriali seri e credibili e puntare puntare su fattori di maggiore produzione per meglio competere sul mercato. Eppure sarebbero queste le vie naturali per alzare il valore delle azioni”. Insomma, per il territorio un altro duro colpo. “Siamo passati da un’epoca in cui ci dicevano che tutto andava bene tanto che ristoranti ed aerei erano sempre pieni ad una dove ci spiegano che dobbiamo essere sereni e fiduciosi e che tornetemo presto a crescere. La realta’ dei fatti ci dice invece che ogni speranza di poter intercettare una minima ripresa sta purtroppo venendo meno”. Un quadro drammatico, dove a farne le spese sono i lavoratori. “A loro, che stanno presidiando giorno e notte l’azienda, vanno tutta la nostra solidarietà ed impegno”.
Ufficio stampa Cisl FVG