Top
 

Comunicati

Cisl FVG > Archivio informativo  > Comunicati  > Sicurezza e lavoro: a Udine un festival

Sicurezza e lavoro: a Udine un festival

“Siamo seri e realisti: gli infortuni sono calati perché sono calate le ore di lavoro. C’è ancora molto da fare”

dichiarazione di
Roberto Muradore, Segretario Generale Cisl Udine

“Questo Festival è frutto di una collaborazione tra tutte le associazioni, ordini professionali e istituzioni coinvolte nel protocollo per il miglioramento della sicurezza, che è finalmente posta all’attenzione di tutta la comunità udinese”.
Illustrando le iniziative del sindacato che si terranno durante il Festival, come “La sottovalutazione dei rischi fa male” in programma lunedì 11 aprile in Castello, Roberto Muradore individua nella valutazione preventiva dei rischi, il primo passo per prevenire gli infortuni nelle fabbriche.
“La sicurezza – precisa Muradore – è un habitus mentale, uno stile di vita, che nasce non dall’imposizione di una norma, ma da una personale autotutela”. Riprendendo un concetto caro anche al presidente Luci, il segretario ribadisce il primato della sicurezza sui vantaggi economici: “La crisi economica furibonda che ci ha travolto e da cui non siamo ancora usciti – precisa – ha trasformato il lavoro in un bene di vitale importanza, ma l’attenzione alla sicurezza non deve scemare, non può esserne subordinata”.
E a proposito delle recenti statistiche che registrano un calo degli infortuni Muradore afferma: “Non mi convincono. Siamo seri e realisti: gli infortuni sono calati perché sono calate le ore di lavoro. Un miglioramento sicuramente c’è stato, ma troppo ridotto”.
Certo una soluzione unica a un problema così complesso non esiste, ma la strada da seguire per il segretario Cisl è quella della “prevenzione e repressione; certo bisogna lavorare prevalentemente sulla prevenzione, ma anche sanzionare chi non rispetta la legge” e della “collaborazione tra sindacati e impresa, dove gli organi preposti di vigilanza devono fungere da supporto per l’azienda, senza pregiudizi e preconcetti”.
Un accenno anche alla piaga del lavoro in nero: “In Italia è un problema di dimensioni patologiche. Sono inimmaginabili le condizioni cui sono costretti questi lavoratori e gli infortuni non sono quantificabili. Il lavoro in nero è una piaga sociale perché non è contabilizzata, per questo è ingestibile”.
Muradore, infine, spiega la necessità di considerare la sicurezza come elemento strutturale: “Sicurezza e autotutela del singolo non sono elementi sovrastrutturali. La cultura è immateriale, ma questo non è sinonimo di sovrastrutturale. Deve essere considerata alla stregua degli interventi fisici, come la messa a norma di un ponte o la regolarizzazione di una ringhiera pericolosa. Se all’interno di aziende a norma si verificano lo stesso infortuni, significa che bisogna cambiare modo di intendere la sicurezza, da immateriale a fisica”.