SINDACATI E APPALTI FINCANTIERI, MAGLIE PIU’ STRETTE DAL PROTOCOLLO DI TRASPARENZA
Sono quattro i passaggi chiave individuati da Cgil, Cisl e Uil della provincia di Gorizia per meglio qualificare il sistema degli appalti che ruota attorno a Fincantieri.
In vista della riunione in Prefettura del prossimo 21 luglio – convocata per discutere del Protocollo di trasparenza, sottoscritto ormai nel 2007 tra il Cantiere, le parti sociali, lo stesso rappresentante del Governo e il Comune di Monfalcone – Cgil, Cisl e Uil sollecitano nuovi paletti.
“Apprezziamo la convocazione del tavolo, che auspichiamo porti ad una revisione metodologica del Protocollo, fatti salvi i principi, già sottoscritti e condivisi da Fincantieri, che lo hanno generato e che restano assolutamente attuali” – chiariscono subito per le tre sigle, Paolo Liva, Umberto Brusciano e Claudio Cinti.
Nuovi vincoli indispensabili – per i Sindacati – anche alla luce delle recenti indagini eseguite dalla Guardia di Finanza e dalla Procura.
Certificato antimafia Intanto – si legge in una nota congiunta – è necessario che Fincantieri pretenda obbligatoriamente da tutte le ditte che concorrono agli appalto, e già nella fase di gara, il Certificato antimafia. E questo non solo dalle aziende, come oggi avviene, che vincono l’appalto, ma anche da quelle a cui l’appalto stesso viene successivamente girato, vale a dire ditte in subappalto, Ati e così via.
Certificazione presenza L’altra novità proposta da Cgil, Cisl e Uil riguarda la certificazione delle presenze delle ditte esterne all’interno dei Cantieri di Monfalcone, attraverso un sistema centralizzato di rilevazione ed appositi badge, distinti per le ditte “stabili” e per i lavoratori “occasionali”. Attraverso l’attivazione di tale sistema sarà, infatti, possibile collegare la presenza alla prestazione lavorativa realmente effettuata, ponendo fine a quei “buchi” oggi esistenti e alla scarsa certezza circa le presenze, la durata della permanenza e il lavoro svolto all’interno del bacino. Inoltre – sostengono i Sindacati – tutte le informazioni così raccolte dovranno convogliare in una banca dati a disposizione degli organismi di controllo e da istituire presso la Prefettura o l’Ispettorato al Lavoro. Anche in questo caso, poi, le modalità di accesso e certificazione dovranno essere chiarite direttamente nel bando di gara, mentre la richiesta del badge rimessa alla responsabilità, perseguibile, dell’azienda aggiudicataria.
Monitoraggio Alla luce della consistente manodopera operante nei Cantieri, del numero degli appalti e dei rischi connessi, si rende, inoltre, necessaria l’attivazione di un gruppo di monitoraggio misto e stabile, impegnato nelle azioni previste dal Protocollo e che si riunisca almeno una volta al mese, indipendentemente da eventuali segnalazioni.
Duvri Sempre nel bando di gara e da parte di Fincantieri dovrà essere previsto che tutte le ditte obbligatoriamente trasportino il Duvri, Documento di valutazione dei rischi, in modo da consentire, così come oggi purtroppo non accade, anche la prevenzione da parte della Medicina del Lavoro. E’ necessaria, infatti, una presa di responsabilità da parte delle stesse ditte appaltatrici, oggi per il 78% provenienti da fuori regione ed in buona parte dall’estero.
“Ci aspettiamo che queste indicazioni vengano recepite per rendere ancora più stringente ed efficace il Protocollo in questione – commentano Liva, Brusciano e Cinti – così come chiediamo che le dichiarazioni rese da Fincantieri di re-internalizzare le lavorazioni diventino un impegno concreto, consentendo di selezionare meglio le aziende, a vantaggio di quelle, anche locali, serie, affidabili e certificate.
Ufficio stampa Cisl FVG