SINDACATI IN PRESSING SULLA SANITA’
Da Il Piccolo Integrazione tra ospedale e territorio potenziando i distretti sociosanitari con apertura 24 ore su 24 e sette giorni su sette. Sono le richieste principali avanzate da Cgil, Cisl e Uil alla giunta e al Consiglio e illustrate ieri alla Terza Commissione presieduta da Franco Rotelli (Pd). Tra gli altri punti chiave indicati nel documento congiunto delle sigle confederali, figurano il rafforzamento della prevenzione, l’implementazione dei centri diurni, della rete delle case famiglia e del Fas (Fondo per l’autonomia possibile, destinato ai disabili gravi). Cgil Cisl e Uil invocano anche un abbattimento delle rette delle case di riposo, da riqualificare e riaccreditare. «Chiediamo alla giunta regionale e alle forze politiche – ha detto Iris Morassi, segretaria della Usr Cisl – un percorso di confronto condiviso che dovrà portare al superamento del localismo, delle inefficienze e degli sprechi». L’obiettivo della maggioranza ora, è superare la riforma approvata ai tempi della giunta Tondo sulla Sanità. «Abbiamo ascoltato il punto di vista delle forze sociali – ha affermato Rotelli – poiché sia la Commissione che la giunta puntano a elaborare uno strumento normativo che superi la legge 25 dello scorso anno, sul riordino istituzionale e organizzativo del servizio sanitario regionale, secondo un percorso il più possibile condiviso». Da parte dei sindacati un appello a «un progetto forte e lungimirante». Contrari a politiche di tagli lineari, le sigle confederali hanno ricordato che serve «un Piano sanitario e sociale fatto di provvedimenti duraturi e capace di sviluppare la rete di sostegno territoriale garantendo integrazione tra sociale e sanitario». In questo quadro «vanno rimosse al più presto criticità quali la ridondanza dell’offerta ospedaliera a sfavore dell’assistenza sul territorio, la scarsa integrazione tra livelli assistenziali, i doppioni economicamente insostenibili, le disparità di accesso e utilizzo dei servizi». Di qui una serie di richieste, tra cui la valorizzazione, la formazione e la riqualificazione del personale, l’accessibilità dei dati sulle liste d’attesa e il rafforzamento della prevenzione.