Solo 300 ingressi, scoppia il caos fra gli immigrati
Il futuro di molti immigrati è appeso al filo del mouse del computer. Scatta il 31 gennaio, infatti, il cosiddetto “click day”, ovvero il primo giorno in cui i datori di lavoro italiani o stranieri potranno inviare le richieste di nullaosta al lavoro, per via telematica, per gli immigrati residenti all’estero. Il decreto flussi 2010 prevede l’ingresso in Italia di 98.080 cittadini stranieri, ma la Regione ha stimato nel numero di 300 (cento dei quali stagionali) il fabbisogno di ingressi dall’estero per il Friuli Venezia Giulia, fornendo così un’indicazione che il ministero del Lavoro dovrà tener presente nella distribuzione delle quote. Ma il referente dell’Anolf-Cisl di Udine, Marhian Bissila, fa sapere che la situazione invece è «grave, perché regna il caos più totale e soltanto nel nostro patronato sono arrivate oltre mille richieste per partecipare al “click-day”». E spiega ancora: «Questo decreto sui flussi è una presa in giro, perché si sa che molte domande di assunzione presentate in questi giorni da imprese e famiglie friulane riguardano lavoratori senza permesso di soggiorno che già vivono da anni in Friuli».
Infatti, continua a spiegare, «i flussi sono una chance di regolarizzazione e a questo punto era meglio fare una nuova sanatoria», perché, sempre secondo Bissila, «adesso la situazione peggiorerà ancora di più, visto che crescerà esponenzialmente il numero di clandestini. Molti, infatti, vedranno scadere il visto turistico, non vorranno lasciare il Paese e lavoreranno in nero. In questo modo tutta questa forza lavoro, senza quote, rimarrà sommersa».
Inoltre, aggiunge ancora Bissila, «ci hanno dato soltanto due settimane per la compilazione delle domande e ora c’è davvero molta confusione, anche perché il sito Internet del ministero funziona a singhiozzo e abbiamo serie difficoltà a compilare tutte le pratiche».
Ma c’è anche un altro problema che preclude la strada a molti immigrati che già lavorano in Italia e che vogliono ottenere il nullaosta. «Molti di loro non hanno nemmeno il requisito del reddito minimo – continua a spiegare Bissila -, perché quest’anno la crisi ha colpito duramente tutti i settori e molti immigrati hanno guadagnato pochissimo. Pertanto, molti non capiscono ancora questo aspetto e, dopo molti anni di sacrifici, vedono molto incerto il loro futuro in Italia».
«Come detto – conclude Bissilla -, gli immigrati non vorranno abbandonare i loro sogni e continueranno a rimanere in Italia da clandestini, facendo così emergere nuovi problemi per tutto il Paese. Per questo, ribadisco, sarebbe stato meglio attuare una sanatoria che avrebbe regolarizzato almeno chi è già presente in Italia».
Renato Schinko