TERRITORIO IN SOFFERENZA, MA GLI STRUMENTI PER IL RILANCIO CI SONO
Udinese e Bassa friulana in profonda sofferenza, con il territorio che “traina” la crisi del Friuli Venezia Giulia. E’ infatti questo lembo di terra nordestina a pagare, nel contesto regionale, il prezzo più alto della crisi, in termini di lavoro e, di conseguenza, di occupazione.
Tra il 2009 ed il 2015 sono oltre 560 le imprese, del solo manifatturiero, ad essere state cancellate, con un raddoppio dei disoccupati totali (+107,8%). Numeri da capogiro se si pensa che nel periodo di riferimento, la provincia ha perso ben il 56,3% degli oltre 23mila occupati regionali e addirittura il 78,2% dei circa 12mila addetti manifatturieri estromessi dal mercato del lavoro a causa della crisi.
Crisi della manifattura e forte flessione del settore edilizio, in prima battuta, che si riflettono anche sull’andamento della cassa integrazione, che nel 2014 ha superato la soglia dei 14,1milioni di ore erogate, pari a 8mila 562 lavoratori sospesi (736 nel 2008). “Se la fiducia e l’ottimismo sono importanti in economia – commenta il segretario generale dell’Ust Cisl, Roberto Muradore – è altrettanto vero che questi non possono rimanere stati d’animo e devono basarsi su principi di realtà”. Ad oggi la realtà è sconfortante, ma a disposizione ci sono strumenti che, se utilizzati con lungimiranza e buon senso, potrebbero determinare la ripresa e la crescita del territorio. Parliamo, ad esempio, del piano varato dalla Regione Fvg sotto il nome di Rilancimpresa. Uno strumento – questo – promosso dalla Cisl dell’Udinese e Bassa friulana, con Muradore che puntualizza: “Gli interventi e gli strumenti messi a sistema ora devono essere utilizzati per l’innovazione delle principali filiere regionali, per l’aggregazione delle imprese e per la loro crescita dimensionale, oltre che per l’internazionalizzazione e l’aumento delle capacità gestionali delle stesse pmi”. Insomma linee guida chiare, quelle definite dal segretario, che si spinge avanti, proponendo anche alleanze sia con il sistema bancario più internazionalizzato sia con quello locale, sperimentando anche forme di partnernariato con gli istituti già presenti nei Paesi più dinamici per ricercare partner industriali e finanziari d’oltre confine. Passaggi fondamentali per ridare fiato all’economia ed anche al mondo imprenditoriale se si pensa che – e questo è uno degli indicatori della sofferenza – che la componente dei prestiti netti alle sole imprese della provincia di Udine è diminuito del 2,3%, vale a dire di circa 169 milioni. Resta, poi, per Muradore il nodo del riordino degli strumenti finanziari pubblici regionali, come Friulia, Mediocredito e Finest. “Non possiamo permetterci di affidarci ai regali fatti spontaneamente dal mercato: ora occorre fare in modo che gli strumenti ed i bracci operativi che abbiamo non drenino risorse, ma sostengano concretamente lo sforzo di ricapitalizzazione, ammodernamento ed internazionalizzazione del sistema manifatturiero locale”. Un manifatturiero “storico”, perfettamente integrato con il territorio, da sempre virtuoso con aziende leader nel loro settore – solo per fare qualche esempio, Mangiarotti, Caffaro, Danieli e Abs, le varie acciaierie, la Faber, la Calligas per il legno – e maestranze altamente qualificate.
Ufficio stampa Cisl FVG