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TPL FVG ALLA PROVA DEL NOVE

Tema ostico quello del Tpl affrontato stamani a Trieste nel corso di una partecipatissima tavola rotonda promossa dalla Cisl e Fit Cisl regionale con i big del settore. Obiettivo: fare il punto sul comparto, ma soprattutto ragionare in termini di prospettive. Alle porte, anche per il virtuoso sistema regionale c’è infatti la gara europea che potrebbe aprire nuovi scenari rispetto alla gestione del servizio, con l’accesso di nuove società anche straniere. “Siamo di fronte – commenta in apertura di lavori, la segretaria della Fit Cisl Fvg, Lilli bisogni – ad un quadro normativo assolutamente confuso in proposito e rispetto al quale chiediamo chiarezza perché a rischio ci sono la qualità del servizio, ma anche le tutele dei lavoratori a causa del forte dumping sociale che potrebbe crearsi. In questo momento chiediamo un forte patto tra Sindacato, aziende e istituzioni”. Punto di partenza del confronto, tuttavia, sono le recenti affermazioni dell’ad di FS, Moretti, a proposito del taglio dei treni regionali per il 2013 stante la mancanza dei finanziamenti statali. Allarme non smentito peraltro da Francesco Cioffi, capo dipartimento di Trenitalia dei Servizi Regionali, che rilancia il vero nodo cruciale della questione, ovvero l’impossibilità attuale di realizzare investimenti nel comparto dei trasporti, pianificando strategie di medio-lungo periodo, stante l’assenza di certezze sul piano delle risorse. Palla, dunque, che passa al Governo. Stesso rimando anche dal parte dell’assessore regionale Riccardo Riccardi, che tranquillo sul fronte dei treni locali (a bilancio della Regione), lo è un po’ di meno su quelli a scavalco con il Veneto. “Sparare su FS e Trenitalia non basta – incalza – perché quelle che mancano sono le politiche nazionali”. E se il Friuli Venezia Giulia ad oggi può vantare di non aver praticato manovre tariffarie, né tagli, il rischio per i servizi condivisi è dietro l’angolo se non ci saranno interventi centrali. Assist, poi, a Cioffi “A Moretti – informa l’assessore – ho chiesto di esplicitare che tipo di interesse ha per la nostra regione”. Non tarda la risposta del capo dipartimento che mette sul tappeto la disponibilità dell’azienda di valutare, qualora  sussistano condizioni economiche profittevoli, di costituire una sorta di newco, sul modello Trenord della Lombardia, anche con la società unica su ferro regionale. Altra questione, quella dei vincoli europei. “Rispetto alla partita di trasporti, stiamo in Italia stiamo seguendo le direttive?” – si domanda l’europarlamentare Debora Serracchiani, evocando un’Unione Europea fiscale, bancaria e politica. Circostanza di non poco conto: se è vero che la normativa è ridondante e andrebbe semplificata, è altrettanto vero che in altri Paesi le scelte e strategie sono già delineate, così l’intermodalità, il trasporto su ferro, il trasporto merci su ferro, circoscritto al 6%, a fronte della media europea attorno al 20%. Quanto alla gara, pochi dubbi: “Non importa se l’azienda è italiana o straniera, purché si assuma qui e via libera ad integrazioni societarie forti, accanto ad alcuni requisiti che devono essere fatti garantire all’interno dei bandi: qualità dei servizi, clausola sociale, peso dell’innovazione, per fare qualche esempio”. Requisiti che si aggiungono ai moniti di Riccardi: “Attenzione alle guerre di campanile e soprattutto cerchiamo di intervenire nelle condizioni dei bandi, assicurando che il pubblico deve continuare a fare la mobilità”. Sfida aperta, dunque, ma le aziende locali si dicono pronte con il presidente Anav Fvg, Silvano Barbiero, che ricorda come già nel 2000 si sono avviate le prime esperienze in tal senso e su questo solco si intende andare avanti. Quanto alle questioni più propriamente sindacali è il segretario regionale della Cisl, Giovanni Fania, a puntualizzarle in prima battuta, accogliendo l’invito di Cioffi ad un forte patto con il Sindacato, necessario per vincere le gare. “Il nostro è un sistema efficiente – spiega – ma dobbiamo salvaguardarlo, potenziando il secondo livello della contrattazione, spingendo sul Contratto Unico della Mobilità (che già in serata potrebbe chiudersi su una prima parte), avvalendoci della nostra specialità come leva di contrasto anche alla concorrenza e presentarci ad armi pari sul mercato”. Molto critico, il segretario nazionale della Fit Cisl, Giovanni Luciano: “In Italia manca una vera politica dei trasporti e nemmeno il Decreto CrescItalia contribuirà ad incentivare il settore. Non ci sono risorse strutturate e questo non dà né certezze, né aiuta le aziende, oggi in fortissima difficoltà nel resto del Paese”. “Sulle liberalizzazioni – conclude – c’è una confusione totale; quanto al Friuli Venezia Giulia la realtà è positiva, ma pensate a fare aggregazioni ancora più forti rispetto alle quattro attuali”.

Mariateresa Bazzaro

Ufficio stampa Cisl Fvg