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Troppe dimissioni facili dall’ospedale

di Elena Del Giudice

Carenza di personale, medico e infermieristico, a fronte di un’attività in crescita costante negli anni. E’ una vera e propria emergenza quella che sta vivendo il dipartimento di medicina del Santa Maria degli Angeli. Le ragioni delle criticità sono molte, dalla riduzione dei posti letto ospedalieri in un contesto generalizzato di limitata disponibilità di risorse, a quello che viene definito come un efficientismo produttivo" indotto dal sistema dei Drg, ovvero dimissioni precoci, e spesso problematiche, in assenza di una adeguata rete di servizi territoriale. Da qui scaturisce il fenomeno dei "ricoveri ripetuti", in particolare per patologie croniche. Segue poi una crescente pressione sull’area dell’emergenza, che deve affrontare i fenomeni di aggravamento delle condizioni di pazienti dimessi troppo presto, e che tornano perché non gestibili a domicilio. Per contro le altre specialità "latitano" sul fronte dei ricoveri, come dimostrano i dati, rifiutando di accogliere nei propri reparti pazienti che se è pur vero presentano una patologia di competenza, è anche vero che patiscono di una serie di patologie e presentano problematiche socio-assistenziali e sono, magari, anche molto anziani. Sul territorio i modelli organizzativi della medicina delle cure primarie non sono sempre coerenti con i bisogni emergenti della popolazione (ma i medici di medicina generale ne sono consapevoli e chiedono risorse per organizzarsi). Vi è poi l’insufficiente e disarticolata offerta di servizi territoriali a supporto della dimissione protetta, ed è insufficiente, o inadeguata, l’area assistenziale intermedia, ovvero posti per post acuti, Rsa, hospice o lungo assistenziali come centri diurni, residente protette, ecc. E in assenza di risposte adeguate sul territorio, i parenti dei pazienti chiedono il ricovero in ospedale, al pari dei servizi territoriali che, se non in grado di garantire la continuità assistenziale, trovano in ospedale le soluzioni vicarie. A fronte di 4.172 ricoveri eseguiti nel 2010 dalle due unità di medicina, contro i 3.300 del 2001, in servizio ci sono 14 medici contro i 17 di dieci anni fa. Gli infermieri professionali sono 17 in seconda medica e 16 in terza contro un organico teorico di 20 per unità. Gli Oss, operatori sociosanitari, sono 13 e 16, contro i 18 previsti. Mediamente il personale dei due reparti è lo stesso di altre unità che hanno un terzo dei ricoveri.
Evidentemente «così non va», dichiara Paolo Florean della Fp Cisl. Da tempo «chiediamo la definizione dei parametri in funzione dell’attività, e in medicina, dove i pazienti sono al 100% allettati, e dove c’è un elevato turn over di ricoveri (solo lunedì 20 su 40 posti letto) non è pensabile avere lo stesso personale di altri reparti. Crediamo che la direzione generale debba smetterla di ragionare solo in termini di bilancio e iniziare a pensare in termini di risposte, qualificate, da garantire all’utenza».