Un’Intesa per il futuro
di Daniele Morassut
Segretario UST-CISL Pordenone
Pordenone, 9 ottobre 2007
In un clima fortemente caratterizzato da voglia di capire e conoscere, tra rari dissensi, anche nella nostra provincia, si stanno in questi giorni tenendo decine di assemblee per illustrare i contenuti dell’accordo Governo-Parti sociali del 23 Luglio 2007 per l’equità sociale e intergenerazionale.
E’ un peccato che ciò che fa notizia non è la normalità, ma solo qualche raro per quanto legittimo dissenso come è normale che sia.
E’ un guaio per tutti coloro che tengono al bene comune, che ricercano il giusto equilibrio, che si adoperano per il dialogo ed il confronto che la nostra società si caratterizzi sempre più da bassa predisposizione al ragionamento ed alla riflessione e che prevalga pressappochismo e a volte anche la non verità dei fatti.
Andando avanti di questo passo anche ciò che è positivo finisce per essere valutato sbagliato e addirittura negativo.
Lo sforzo che il sindacato sta compiendo è quello di spiegare un accordo sindacale come è avvenuto in centinaia di altre occasioni.
Per la CISL che l’accordo sia intervenuto con un Governo di centro sinistra ha poco significato; abbiamo discusso, ci siamo confrontati ed alla fine abbiamo stipulato un accordo con il Governo in carica, cosi come nel passato abbiamo fatto con Governi di altro colore politico. Eravamo e restiamo profondamente convinti che il nostro ruolo sia quello di confrontarci, trattare e concludere accordi con chiunque. In questo consiste la nostra idea di sindacato autonomo, libero da condizionamenti e ancorato agli interessi che rappresenta.
Nei giorni 8-9-10 ottobre i lavoratori con voto a scrutinio segreto esprimeranno il loro parere sui contenuti dell’intesa. Si tratta dunque di coinvolgere il maggior numero di persone; di spiegare contenuti e vantaggi di un accordo che offre risposte concrete e tangibili ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani che si apprestano ad entrare nel mondo del lavoro, ai precari ed alle donne.
E’ importante che i lavoratori, i giovani ed i pensionati esprimano un SI convinto sull’insieme dell’accordo; il Protocollo rappresenta un risultato importante, frutto della concertazione, che si conferma la strada migliore per realizzare un equilibrio tra equità, vincoli finanziari e sviluppo.
Si conferma il ruolo decisivo del sindacalismo confederale e della CISL in particolare nel governare i problemi e nel rappresentare i bisogni dei lavoratori e dei pensionati dando così la risposta migliore verso tutti coloro che quotidianamente individuano nel sindacato il soggetto da condurre a più “miti consigli”.
L’accordo tra Governo e sindacati non è la soluzione di tutti i problemi, ma è certamente l’unico possibile dopo una trattativa caratterizzata da contraddizioni e difficoltà tra le forze politiche della stessa maggioranza, più interessate ad esasperare i toni e la polemica che a rappresentare gli interessi ed i bisogni che i cittadini, lavoratori e pensionati tutti i giorni vivono nel nostro Paese.
Il protocollo del 23 Luglio 2007, come ogni accordo, va giudicato nel suo insieme, per i soggetti che complessivamente coinvolge, per la solidarietà sociale ed intergenerazionale a cui si ispira, per l’apporto che muove con risorse importanti a favore di lavoratori e pensionati, i giovani, le donne e il lavoro, rispondendo così alle esigenze di equità nella tutela del reddito dei pensionati, superando uno degli aspetti più negativi dello scalone Maroni con l’introduzione delle quote e degli scalini.
E’ eliminato quindi l’iniquo aumento immediato di tre anni dell’età pensionabile, il sistema delle quote e degli scalini, introduce un sistema flessibile di uscita, consente a chi ha più anni di contribuzione di uscire prima a requisiti di età e contribuzione versata.
L’accordo apre la strada per un trattamento differenziato per i lavoratori impiegati in attività usuranti, ciò rappresenta sicuramente un primo inizio importante perché fino ad oggi non si è mai trovato una definitiva applicazione. Va anche detto però che in tema di lavoro usurante bisognerebbe che le diverse categorie merceologiche assumessero la responsabilità per via contrattuale di definire ciò che è usurante da ciò che non è, definendo persino modalità che supportino coloro che sono impiegati in tali contesti lavorativi indipendentemente dai limiti e dalle poche disponibilità finanziarie.
Grazie all’intesa si ripristina a 4 finestre con 40 anni di contribuzione l’accesso alla pensione, riparando così una ulteriore palese ingiustizia determinata dalla Maroni.
L’accordo prevede pure un riferimento che intercorre tra l’età media di vita attesa e quella dei singoli settori di attività, con riferimento ai meccanismi di tutela delle pensioni più basse derivanti da percorsi lavorativi discontinui.
L’intesa infine si occupa di individuare strumenti e soluzioni utili al rilancio ed al sostegno di misure utili alla competitività, prevedendo incrementi della decontribuzione dei premi di risultato erogati dalla contrattazione di secondo livello aziendale o territoriale.
Imprese e lavoratori riceveranno sgravi contributivi sui premi e l’integrale copertura figurativa ai fini previdenziali a beneficio dei lavoratori che con il loro apporto contribuiscono ad una maggiore competitività dell’azienda o del settore di appartenenza.
Per tutte queste buone ragioni la CISL unitamente alle altre organizzazioni sindacali ritiene che l’accordo vada approvato nell’interesse più generale dei lavoratori con un SI convinto all’intesa. Respingere l’accordo senza indicare soluzioni valide alternative sarebbe irresponsabile ed oltretutto ci lascerebbe l’iniqua legge Maroni