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VERTENZA BERTOLINI, MOBILITA’ PIU’ VICINA

Nessun colpo di scena dell’ultima ora. Nessun miracolo. Purtroppo. Era molto attesa la riunione di ieri mattina fra i sindacati e il curatore fallimentare sul caso-Bertolini. Pur non manifestando grandi speranze alla vigilia, le forze sociali (sotto sotto) si auguravano che potesse delinearsi una soluzione in extremis con l’offerta di qualche gruppo per rilevare l’azienda. Ma il classico coniglio non è uscito dal cilindro. Salvatore Gioacchino, segretario della Flai-Cisl, si affida ad una breve nota per illustrare gli esiti della riunione. «In data odierna – scrive Gioacchino – nella sede degli Industriali di Gorizia si è svolto il previsto incontro tra le organizzazioni sindacali (presenti la Fai-Cisl e la Flai-Cgil) e la curatela del fallimento “Bertolini spa”, dottor Roberto De Luca. È stato comunicato ai sindacati che non ci sono novità e quindi si sta concludendo il periodo di cassa integrazione straordinaria che porterà la curatela alla messa in mobilità dei lavoratori». Ci sarà, pertanto, ancora un’ammortizzatore sociale ma la mobilità, si sa, è l’anticamera del licenziamento. Quindi, si conferma in pieno la situazione di estrema difficoltà, già preannunciata sulle colonne di questo giornale nei giorni scorsi. «Le organizzazioni sindacali – si legge ancora nel breve comunicato – continueranno, comunque, nel tentativo di incontrare nei prossimi giorni, quei potenziali acquirenti che avevano dato una certa disponibilità, anche parziale a rilevare l’attività, nel tentativo difficile di scongiurare il licenziamento di tutti i dipendenti. Se questo tentativo non va a buon fine, tenuto conto che la cassa integrazione straordinaria scadrà il prossimo 7 dicembre, non resta che la messa in mobilità dei lavoratori». Pertanto, ci sarà un ultimo, estremo tentativo. Insomma, i sindacati non vogliono lasciare nulla di intentato. Stando ad una nota sindacale di due mesi fa, la proposta avanzata dalla società slovena Nomrod (ex socia della Bertolini) sarebbe rimasta sulla carta, così come quella dell’imprenditore Fabio Zoffi, entrato nella Bertolini Walter Spa nel luglio 2010 trasformandola in srl, e richiedendone il fallimento alcuni mesi dopo. «All’atto del fallimento – proseguiva la nota della Fai-Cisl – Zoffi aveva costituito una Newco e si era impegnato ad assorbire una ventina di dipendenti della Bertolini Walter e sei della Bertolini Wild. Tuttavia, da dicembre 2010 non è successo niente ed alla curatela non è arrivata alcuna richiesta concreta da parte della stessa né di acquisto né di affitto»