VOUCHER AGRICOLI: LA MODIFICA DEL C.D.M.PREMIA LA MOBILITAZIONE SINDACALE
La decisione del Consiglio dei Ministri di ripristinare, in agricoltura, la soglia massima di remunerazione annua mediante voucher, da parte di un singolo committente, da 6.000 a 2.000 € e, al contempo, di ridurre da 7 a 3 giorni l’arco temporale per la comunicazione obbligatoria che l’azienda agricola deve effettuare all’Ispettorato del lavoro sull’utilizzo del buono lavoro, premia la mobilitazione di FAI CISL, FLAI CGIL e UILA UILA che sono state sostenute dalle rispettive Confederazione, nei contenuti di una piattaforma sociale unitaria, in cui centrale è il tema del contrasto all’estensione dei voucher.
Se da una parte c’è un respiro di sollievo per il risultato ottenuto, dall’altra si deve sottolineare che l’utilizzo del voucher in agricoltura resta uno strumento devastante, quasi un ‘legalizzare il lavoro irregolare’ oltre che, col tempo, smantellerà la tipologia del contratto a tempo determinato, in cui è impegnata la stragrande maggioranza dei lavoratori del settore agricolo ed è questa una tipologia connaturata alla particolarità del settore stesso.
I voucher rappresentano uno strumento deleterio per remunerare la professionalità dei lavoratori, reso ancor più assurdo dal fatto che il modello contrattuale agricolo è estremamente flessibile e qualora non bastasse rammentiamo che la contrattazione di secondo livello, cardine per la disciplina dei rapporti in questo settore, può consentire ‘adattamenti’ alle situazioni che ogni ambito od azienda può necessitare.
Nella nostra regione i lavoratori con contratto a tempo determinato sono circa 11.000 con 835.000 giornate di lavoro nell’anno 2015, a fronte di 2.500 dipendenti con contratto a tempo indeterminato.
La contrarietà della FAI CISL all’utilizzo dei voucher nel settore agricolo è inoltre data dal fatto che chi esegue prestazioni di lavoro accessorio, non è considerato a nessun effetto lavoratore dipendente, e pertanto non avrà diritto alle prestazioni che la gestione ordinaria Inps offre, quali: indennità di malattia, assegni familiari, pensione come lavoratore dipendente, maternità e tantomeno disoccupazione di alcun genere.