XII CONGRESSO CISL FVG, VERSO IL PASSAGGIO DI CONSEGNE
Un congresso doppiamente importante, quello che si celebrerà a partire da martedì 9 maggio, presso il centro Bratuz di Gorizia. La Cisl del Friuli Venezia Giulia si appresta, infatti, al passaggio di consegne, con Giovanni Fania che, dopo 9 anni da segretario generale, proporrà alla guida del Sindacato e dei suoi oltre 105mila iscritti certificati, Alberto Monticco. Sarà così attuato un profondo ricambio generazionale, che si accompagna anche al nuovo percorso intrapreso dalla Cisl Fvg, ovvero quello della regionalizzazione, voluta dallo stesso Fania, di concerto con la Confederazione nazionale, che l’ha accompagnata e sostenuta. “Lascio una Cisl in buono stato di salute” – commenta il numero uno uscente, rivendicando proprio la decisione di riorganizzare dall’interno la struttura per dare risposte più efficaci alle persone ed immettere maggiori risorse sui territori, a favore della prima linea e dei delegati sui posti di lavoro. “Considerato che ormai tutte le partite legate al lavoro, così come le trattative, si svolgono su una dimensione regionale e considerata la necessità di essere ancora più snelli e veloci nel nostro operato quotidiano, la scelta è stata obbligata”. Una scelta, peraltro, sancita dallo scioglimento, avvenuto le scorse settimane, di tutte le Unione Sindacali territoriali. “Siamo di fronte a grandi sfide” – commenta ancora Fania, alla vigilia dell’assemblea congressuale. “In Friuli Venezia Giulia, sono in corso riforme strategiche che vanno governate e portate a termine. Così come è tempo di assumere alcune decisioni importanti per il futuro e la competitività: penso, ad esempio, a tutta la questione infrastrutturale, ma anche alla necessità di ridare vitalità al nostro tessuto produttivo, mettendo a sistema le piccole imprese e finalizzandole alle filiere con maggiori possibilità di sviluppo”. “Si tratta di interventi indispensabili, se consideriamo che nella nostra regione, tra lavoratori che hanno già perso il posto, quelli che lavorano in aziende a rischio ed i cosiddetti giovani neet, superiamo ormai le 90mila persone”.